Io non lo farei mai un
film sulla mia noiosa vita.
Intendiamoci, non è che
mi voglia lamentare di qualcosa: ho passato un'infanzia spensierata e
felice in campagna, ho avuto decine di amici tutti più o meno
simpatici o pazzi, i miei genitori mi hanno sempre dato tutto quel
che era giusto avere, a scuola ho studiato e cazzeggiato il giusto
senza mai faticare più di tanto, sono stato un bullo con qualcuno e
da qualcun altro me le son prese, ho praticato tutti gli sport che mi
piacevano, mi son preso le mie sbronze colossali e ho combinato delle
cazzate, mi sono innamorato e ho fatto l'amore con chi volevo, sono
stato stronzo e son stato trattato da stronzo, sono stato buono e mi
è stato riconosciuto, ho avuto i miei interessi e me li son curati
al meglio e insomma si, posso tranquillamente dire che non mi pento
praticamente di nulla di tutto quel che ho fatto (col termine licenza
poetica si intende un errore voluto dal poeta, funzionale a rendere
il suo componimento più incisivo).
Però un film sulla mia
vita non lo farei lo stesso.
Insomma ci sono tante di
quelle storie interessanti da raccontare nel mondo, di giovani che
hanno sfidato il proprio Paese, di gente che è sopravvissuta alla
fame e alla sete, di ragazzi che a 25 anni avevano già fatto
scoperte che avrebbero cambiato il mondo per sempre, di uomini il cui
destino grandioso sembrava scritto fin da quando erano nella culla,
di donne talmente avanti rispetto alla loro epoca da essere ancora
d'esempio oggi e tanto altro blablabla che sprecare della pellicola
per una vita insignificante ai fini del destino del mondo come la mia
mi sembrerebbe, appunto, uno spreco.
E si, lo so che in ogni
vita c'è qualcosa degno di essere raccontato e io sono il primo a
divorare tonnellate di romanzi/film di formazione sulla vita più o
meno avventurosa di ragazzini che perdono la loro innocenza, con
tutti gli insegnamenti che ne seguono, però, non raccontiamocela
tanto, sono tutte storie più o meno romanzate. Non starei mai e
leggere/guardare (vabbè ci siamo capiti che intendo sempre un film o
un romanzo quindi la smetto con questa odiosa barretta,
immaginatevela pure voi!) la vita di tutti i giorni di un bimbo
normalissimo che diventa un normalissimo adolescente problematico.
Non mi fregherebbe niente, ma proprio niente, vedere lui che si alza
tutti i giorni sullo stesso lettino, si lava i denti, fa colazione
(magari nell'ordine inverso che è una cosa un poco più normale...),
va a scuola, litiga per la merenda, torna a casa, pranza con mamma e
papà, va ai giardinetti e si sbuccia un ginocchio, torna a casa la
sera a giocare col cane e poi dopo cena va nel suo lettino a dormire
dopo aver visto i cartoni animati.
500 pagine su un bambino
che fa tutte le cose che fanno i bambini fino a diventare un
adolescente che fa tutte le cose che fanno gli adolescenti.
O tre ore di film.
Ecco pensate esattamente a
165 minuti così.
Un film che racconta tutto
quel che vi ho detto senza mai alzare il tono nemmeno per sbaglio e
anzi facendo in modo che i pochi momenti importanti nella vita di
quel ragazzo siano minimizzati rispetto alla sua quotidianità
La vita è fatta al 99% di
quotidianita e all'1% da eventi straordinari? Certo.
É affascinante vedere al
cinema un bimbetto che diventa un adolescente sempre nello stesso
ruolo? Mmm, boh si, comunque se guardate l'intera filmografia di Tom
Cruise dai suoi 19 anni a oggi non è che ci andate tanto lontano.
É piacevole accorgersi di
tutti gli anni che sono passati durante le riprese attraverso le
canzoni più conosciute dei diversi periodi? Può anche esserlo,
anche se la chiavetta che tengo in macchina con tutto il meglio
selezionato durante gli ultimi 15 anni di ascolti è decisamente più
esaustiva.
É bello vedere Ethan
Hawke che si imbolsisce e la Arquette che cambia pettinatura? Anche
no...
É un esperimento
incredibilmente difficile da compiersi e ancor più da ripetersi
quello di Richard Linklater? Si lo è, ne sono conscio. Ma questo non
significa automaticamente attribuire al risultato dell'esperimento
una grandezza spropositata, andando ad incensarlo non tanto come
esperimento (e anche qui avrei comunque qualcosa da ridire) quanto
come film.
Perché Boyhood non ha
niente (e sottolineo niente) del film capolavoro: non ha
interpretazioni magistrali, non ha scenografie da urlo, non ha una
regia così degna di nota e soprattutto non ha una sceneggiatura che
possa rimanere nella memoria.
Che film è quel film che
ti racconta tutto quel che avviene in una vita normalissima senza un
guizzo, una scintilla, un motivo qualsiasi per essere raccontata?
“Eh ma la madre sul
finale in due parole da un senso alla vita che blablablablablabla...”
Ma smettiamola, che sembra
una frase scritta dal sosia malriuscito di Fabio Volo!
Dacché il cinema è
diventato adulto ha sempre cercato di raccontare storie con un
perché. A volte sembra sbagliarsi e regala un perché anche a
racconti che assolutamente non ne hanno, ma lo fa per rendere,
appunto, cinematografico un qualcosa che raccontato nella sua
normalità non avrebbe motivo di finire sul grande schermo.
Celebrare come capolavoro
assoluto un film come Boyhood, lodarne l'epicità (boh) o la suspense
(boh al quadrato) pare davvero l'elogio di un cinema che invece di
andare avanti torna al treno che si fionda sugli spettatori (e in
ogni caso persino quello non era la ripresa di una quotidianità, a
meno che qualcuno in quel cinema non stesse a farsi asfaltare dai
treni ogni tre per due), incapace di trasmettere quella magia e
quell'incanto che per cui è diventato tanto famoso.
Boyhood mi sembra solo uno
strano e faticoso esperimento (di questo gliene devo dare atto) che
fa fare al cinema un passo verso quei reality/non reality di cui è
impestata la televisione contemporanea.
Siamo sicuri di voler
andare in quella direzione?
BOYHOOD
REGIA: Richard Linklater
GENERE: Drammatico
VOTO: 6
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