Questa recensione è stata scritta il 16 aprile 2012 e completamente rivista il 23 novembre 2015
Non smetterò mai di declamare
il mio odio per i racconti.
Certo nella mia (pur breve) carriera
di lettore ci sono stati racconti che mi hanno affascinato,
spaventato, emozionato e divertito, ma un libro di racconti, in
particolare una raccolta assolutamente eterogenea di questi (ovvero
non legati da un filo conduttore), mi ha sempre lasciato un po’ con
l’amaro in bocca.
Storie bellissime bruciate in quattro pagine,
trame ridicole non adatte ad un romanzo riciclate malamente per
riempire poco spazio, avventure inutili usate da tappabuchi.
E
così pian piano le raccolte presenti in libreria, comprate perché
ritenute assolutamente straordinarie o semplicemente scritte da un
autore amato, hanno cominciato ad assumere la medesima funzione delle
avventure inutili. Non ho voglia di scervellarmi sul romanzo da 600
pagine che sto leggendo? Racconto. Sono in macchina e ho cinque
minuti liberi in cui aspetto qualcuno? Racconto. Ho appena finito un
romanzo, non ho ancora stranamente sonno e non sono in vena di
iniziarne un altro all’una di notte? Racconto.
La mia libreria
di Anobii (il social più morto che vivo che comunque mi piace sempre più di tutte le altre vaccate del momento) dice che Sessanta racconti di Dino Buzzati l’ho iniziato
il 6 gennaio e terminato a marzo inoltrato: 3 mesi di lettura a spizzichi e bocconi per un totale
di 500 e passa pagine sono tanti, se ne
renderebbe conto anche il gorilla del Crodino, ma non sono troppi se
si considera che il libro in questione raccoglie insieme una quantità
folle di capolavori e semicapolavori che meriterebbero di esser letti
nell’arco di una vita.
Perché si, Sessanta racconti diventa
oggi (ma molto probabilmente lo era già diventato il 6 gennaio con
la lettura de “I sette messaggeri”) la mia raccolta preferita e
uno dei libri più belli che io abbia mai letto.
Il libro di
Buzzati (summa da lui composta di altre tre raccolte più un’altra
ventina di scritti) è sorpresa, spavento, meraviglia, terrore,
fascino, stile, idee, idee, idee.
Se un buon scrittore di fantascienza (lasciam perdere i mediocri) avesse oggi la metà
delle idee e dello stile di Buzzati (il libro è del 1958, ci tengo a
dirlo) sarebbe considerato un genio senza se e senza ma.
Non
voglio star qui a elencare racconti su racconti su racconti perché
molto probabilmente finirei per citarne 57-58 su 60 se non tutti
quanti, ma una semplice sbirciatina al primo (I sette messaggeri) e
all’ultimo (La corazzata Tod) dovrebbero bastare ad un lettore
medio di fantasy, fantascienza, Poe, Lovecraft ed affini a leccarsi
le dita fino a consumarsele, altro che Fonzies.
Sessanta racconti
è un capolavoro.
E io amo Dino Buzzati.
SESSANTA RACCONTI
ANNO: 1958
AUTORE: Dino Buzzati
GENERE: Racconti
VOTO: 10
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