Intendiamoci, ho letto
tomi da 1000 pagine ben più noiosi e racconti brevi al limite del
ridicolo, ho affrontato stili (postquesto e postquell'altro) che non
mi sono andati giù nemmeno per cinque righe e ho pure abbandonato,
seppure rarissimamente e con dispiacere, autori che proprio non
riuscivo a digerire, però un libro così brutto non lo ricordo.
E lo dico sinceramente,
con in testa immagini di marsuini parlanti alla conquista del mondo e bambine sperdute nei boschi che si credono inseguite da chissà
quale mostro per poi scoprirsi semplicemente delle Masha qualsiasi
(chi lo ha letto capirà).
Per assurdo non è nemmeno
facile raccontare tanta bruttezza.
Prendete una qualsiasi
delle decine di trasposizioni cinematografiche orrende tratte da
Stephen King, un Ed Wood qualunque, uno Stuart Gordon tra i tanti e
vi sarà facile descrivere con poche parole cosa non va in quelle
pellicole: scene ai limiti del ridicolo, scenografie di cartapesta,
attorucoli pescati per strada e sceneggiature scritte dal primo
scimpanzè che passava di lì; avrete solo l'imbarazzo della scelta
per far ridere il vostro interlocutore.
Prendete invece La torre
sull'orlo del tempo di Lin Carter e provate a parlarne con qualcuno:
c'è un uomo muscoloso dalla lunga chioma rossa vestito come uno
Zardoz qualsiasi che se ne va in giro per lo spazio e
viene ingaggiato per trovare una mitica Torre sull'orlo del tempo
all'interno del quale sono contenuti inestimabili tesori. Lungo il
percorso incontra una fanciulla indifesa, un mercenario brutale ma
leale, un principe albino, uno stregone piccolo e viscido e un
gladiatore mentale (boh).
Altro che James Bond, per me Sean Connery sarà sempre e solo Zardoz
Si è vero, c'è già da
ridere non poco, ma provate a fare lo stesso gioco con un fantasy
qualunque, Il signore degli anelli, tanto per dirne uno.
C'è un omino basso coi
piedoni pelosi (facente parte di una comunità di omini bassi coi
piedoni pelosi) che viene ingaggiato da uno stregone fumato per
un'avventura pericolosissima insieme ad un nano belligerante, un elfo
perfettino e un uomo misterioso. Sulla sua strada incontrerà ragni
giganti, essere spelacchiati che ripetono in continuazione “Il mio
tessssoro” e alberi parlanti. Ah già l'omino coi piedoni pelosi ha
un anello che lo rende invisibile.
Qualsiasi (o quasi) libro
sci-fi se raccontato risulta abbastanza ridicolo, quel che fa la
differenza in molti casi è come la storia viene raccontata, quale
tono usa l'autore per parlarci dei suoi beniamini di carta, in che
modo riesce a portarci nel suo mondo fittizio.
Questo passo è tratto da
pagina 1 di La torre sull'orlo del tempo:
“ Arrivò a grandi
falcate a Zotheera ricca di templi, nell'ora che i Daikoona chiamano
la Morte dei Soli. Mentre varcava la Porta del Drago, i Tre Soli
scendevano uno dopo l'altro verso l'orizzonte in una vampata di
fiamma d'oro.
Era alto, e cupo in viso;
nudo a eccezione di un perizoma di seta scarlatta, una giacchetta,
specie di bandoliera di cuoio adorna di borchie di bronzo, e un ampio
mantello azzurro che pendeva dalla larghe spalle. I capelli si
riversavano sulle spalle possenti come una cascata vermiglia. Rossi,
non color ruggine o bronzo o oro, ma rossi, d'un vermiglio color
sangue dall'abbagliante scintillio metallico.” E blablabla “il
corpo era quello di un gladiatore, o di un Dio”, “la pelle aveva
il colore del bronzo dorato”, “l'arcigna durezza della mascella
glabra” e via di seguito.
Ecco, immaginatevi 100
pagine di tutto ciò.
Pensate a Lin Carter come
un novello Robert E. Howard degli anni '60 (non a caso Carter ha
ripreso più volte in mano personaggi storici come Conan e Kull
proprio di Howard), incapace di scrivere 10 righe senza parlare di
muscoli, spade, virilità, donne indifese e assurdi nomi inventati di
pianeti remotissimi con tre soli, notti perenni, giungle fittissime,
animali bizzarri e un'aria da finto medioevo virile che neanche nei
peggiori incubi.
La torre sull'orlo del
tempo è un fantasy travestito da fantascienza scritto come il
peggior libro di Howard (e Howard è già indigesto di suo sia
chiaro) in un'epoca in cui erano già stati scritti capolavori come
Solaris, 2001 Odissea nello spazio e i capisaldi di Asimov.
Non vi basta?
La Torre sull'orlo del
tempo è un libro orrendo.
E a dirla tutta non fa
neanche ridere.
TOWER AT THE EDGE OF TIME- LA TORRE SULL'ORLO DEL TEMPO
ANNO: 1968
AUTORE: Lin Carter
GENERE: Fantascienza, fantasy
VOTO: 1
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