Una volta, intorno ai 15
anni, ricordo di aver chiesto a mio fratello (gran lettore all'epoca,
ben prima che io iniziassi anche solo vagamente ad appassionarmi alla
faccenda) se avesse letto un tale libro. Non ricordo più il titolo,
forse si trattava di qualcosa di Benni che mi era stato assegnato
come "compito estivo" o forse era tutt'altro, non saprei e
sinceramente non ha niente a che fare con ciò di cui vorrei scrivere
quindi anche chissenefrega, figurarsi se vado a perdere righe e righe
di recensione per dirvi qual era il titolo, che poi mi pare non fosse
neanche per le vacanze estive, forse era solo un romanzo che mi ero
ritrovato per le mani e quindi gli avevo chiesto se per caso lui
l'avesse letto e...stop! Torniamo a noi.
Quel che conta di tutta
questa storiella (era un tomo gigante di King?) fu la risposta che mi
diede: "Si l'ho letto, ma non ricordo un granchè.." Ecco
forse mio fratello non usò la parola granchè, in effetti a pensarci
non credo di aver mai sentito nessuno usare molto la parola "granchè”
e mi pare strano anche metterla per iscritto dato che word me la
sottolinea pure in rosso (ah ma ti sbagli word delle mie palle, sul
dizionario esiste e io mi ci riempio la bocca e le pagine di granchè!
Granchè granchè, granchè!), comunque il succo era quello, non si
ricordava di un libro che aveva letto.
All'epoca mi chiesi come
fosse possibile.
Leggevo a dir tanto 4-5
libri l'anno, vaccate horror se la scuola non mi costringeva a
prendere in mano Calvino o Benni (magari era di Calvino che gli avevo
chiesto..), e mi sembrò semplicemente assurdo che non si ricordasse
qualcosa che aveva sicuramente comprato di sua spontanea volontà
(perché prima che lui cominciasse a comprar libri ricordo solo il
volume coi funghi velenosi in casa) e letto (sorvoliamo sul fatto che
io ho letto una decima parte dei libri da me comprati e conoscendo abbastanza mio fratello sono sicuro che anche lui sia
afflitto dalla stessa malattia).
Pensai, e ancora adesso un
po' ne son convinto nonostante la conclusione lontanissima di questa
recensione-delirio, che fosse un modo scaltrissimo per liberarsi di
me, non che avesse più 16 anni, ma già all'epoca ero un bel
rompipalle se mi ci mettevo (e anche se stavo tranquillo) e non credo che lui avesse sempre voglia
di ascoltarmi e annuire e provare a consigliarmi Ben Harper invece di
sentire quella porcata di Peace Sells but who's Buying dei Megadeth
(statene lontani, maledette enciclopedie musicali della Giunti coi
loro consigli strampalati).
Poi arrivò la mia follia
per i libri.
Passai da quei 4-5
romanzetti striminziti a 40-50 libri l'anno con dentro qualsiasi cosa
mi capitasse per le mani, dal grande classicone sfracella-testicoli
dell' '800 all'Urania tradotto male, da King a Yates, Steinbeck,
Moore, Martin, Simmons, Barth e chi più ne ha più ne metta.
Per un anno o due, memore
di quella risposta, tenni a mente più o meno tutto: forse non
ricordavo per filo e per segno ogni cosa passata sotto gli
occhi (tipo i libri di chimica o di matematica non ho mai saputo di
cosa parlassero), ma conoscevo abbastanza bene tutti i romanzi in cui
mi imbattevo.
Infine un giorno la mia mente sovraccarica di minchiate fantascientifiche da 4 soldi e grandi capolavori che quasi non capivo cominciò
a vacillare, perdevo pezzi per strada e se mi chiedevi di quel primo
romanzo di King letto 4 anni prima facevo davvero fatica anche solo a
raccontarlo a grandissime linee. Mi resi conto solo allora che forse
mio fratello quel giorno non voleva semplicemente che mi levassi di
torno, forse, e dico forse, davvero non si ricordava di quel
maledetto libro dal titolo dimenticato.
Per ovviare alla perdita
di memoria da accumulo cominciai a scrivere le recensioni dei libri
appena finiti finché la cosa non mi procurò più fastidio che
piacere: in fondo non avevo un fratello minore a cui raccontarli
quindi perché avrei dovuto scrivere tutta quella roba? Per me
stesso? Perché in effetti alla fin fine mi divertiva farlo finché
non diventava un obbligo?
Forse si.
Oggi, passata una quantità
indecente di anni dalla mia prima recensione, mi rendo conto che
ancora accumulo i libri finiti sul tavolo in attesa di una
recensione, anche minuscola, per sapere di cosa parlano quando ormai
li avrò dimenticati (e perché si, mi piace).
Oggi, e questo "oggi"
non è in senso figurativo, ma è proprio oggi, 1 agosto 2015, mi
ritrovo a scrivere di un libro letto due mesi fa di Steinbeck, un
autore che amo follemente e di cui sto provando da anni a leggere
tutto quel che ha scritto in ordine rigorosamente cronologico (perché
sono matto, ma questo ormai dovrebbe esservi chiaro), senza
ricordarmi quasi nulla di quel che stava sulle sue pagine.
Già dal primo racconto mi
ero reso conto di avere di fronte una copia sbiadita dello scrittore
grandioso di Furore e La valle dell'Eden, nemmeno all'altezza di quei
primi piccoli passi che sono La santa rossa e I pascoli del cielo, ma
oggi mi accorgo che La valle lunga è davvero ben poca cosa se, a
distanza di poco meno di 60 giorni dalla sua lettura, non ricordo
quasi nulla di quanto Steinbeck volesse dirmi.
Certo, "La Fuga"
e "Il cavallino rosso" potrebbero stare benissimo a fianco
di un capolavoro come "Uomini e topi", ma i restanti 12
racconti sembrano davvero essere messi li quasi per caso, raccolti
senza un ordine ben preciso (com'era invece in I Pascoli del cielo)
sperando in una forza d'insieme che neanche si intravede.
Su quello che viene
definito da Steinbeck il suo terzo tentativo di racconto-dramma, Che
splendida ardi, in chiusura del tomo, sarebbe meglio sorvolare per
non cadere in giudizi impietosi: invecchiato male è la prima e unica
cosa che mi viene in mente.
Avrei potuto dirvi molto
più semplicemente che de "La valle lunga" ricordo solo i
due racconti citati per la bellezza e "Che splendida ardi"
per la bruttezza, ma forse nessuno avrebbe capito l'unica cosa che
per me ha un senso di tutta questa recensione: quel che non ricordo è
inutile (come quel cazzo di libro di cui chiesi a mio fratello).
THE LONG VALLEY- LA VALLE LUNGA
AUTORE: John Steinbeck
ANNO: 1938
GENERE: Racconti
VOTO: 5
1 commento:
Grazie!
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