giovedì 18 dicembre 2008

JAZZ

Con un ritardo mostruoso (e me ne scuso in primis con l'autore del pezzo che è Lucio Laugelli) pubblico Jazz, la nuova collaborazione con Paper Street procede, a breve anche la mia recensione de "L'amore non va in vacanza" su Paper Street!
Un grazie a chi ha la pazienza di seguire questo inguaribile ritardatario!

BY LUCIO
C’è stato un periodo in cui TU eri LA musica,
la gente pensava alla musica e la musica non poteva che essere jazz…
Ora? Beh certo sei ricordata da preziosi festival, sei in tutti i libri che raccontano l’imprevedibile storia della musica; e poi ti citano, a volte anche a sproposito, un sacco di intellettuali che un po’ se la tirano quando parlano di te.
E ci sono città che conservano piacevoli angoli dove vieni suonata da chi porta ancora alto il tuo nome. Ma c’è da dire che la gente non riempie gli stadi per te e, soprattutto, c’è da dire che i più dei tuoi amanti non sono certo giovanissimi.

Quando penso a te e a quanti ne hai fatti innamorare non posso non emozionarmi e dirti, anche se magari non ci credi, che sei ancora oggi la fonte d’ispirazione per tanti che ti ascoltano e dopo scrivono, o suonano o hanno qualche idea geniale o terribile.

Perché non si può, una volta stregati, dimenticarsi di te. Anche io, uno dei tanti che hai illuso con il tuo ritmo insormontabile, con il tuo sound perfetto, anche io, volevo scriverti e queste mie parole puoi aggiungerle a tutte le altre, incalcolabili, che ti saranno state dedicate fin da quando sei entrata in scena.

E allora mi vengono in mente tutte le labbra che hanno soffiato negli ottoni che governavi con maestria esemplare. Penso all’avorio accarezzato dalle dita dei pianisti che più ti hanno onorato e a tutti gli altri strumenti con cui ti sei fatta conoscere in giro. Le voci indimenticabili che ti cantavano, meraviglia!

Sei nata nei bordelli, nei locali fumosi dove la gente beveva in tua compagnia. Sei nata per strada, nelle terze classi dei transatlantici piene di immigrati sognatori; e man mano sei risalita ai piani più alti delle navi che ti ospitavano, nel tuo peregrinare avanti e indietro, sulle onde decise che ti scuotevano mentre, di colpo, come dicevo, conquistavi anche le prime classi e i loro passeggeri annoiati.

E poi i locali! I bar! Dove ti sei esibita, ubriacata, drogata. Sono nati club e grandi ambienti dove venivi suonata solamente tu. Dagli Stati Uniti hai fatto il giro del mondo, sei arrivata anche qui da noi, dove Buscaglione ti ha splendidamente adattata ai suoi testi innovativi, contrapposti alle canzonette lacrimevoli che scorrevano nelle nostre città.

Il Jazz è fumo, whiskey, stile, vita, vita, vita!
E’ pazzia
è camminare lungo il cornicione.
Improvvisazione.
virtuosismo,
amore baro e anche sofferenza.

Se ti venisse concessa un’altra possibilità ripiomberesti con la stessa sorpresa che hai destato al tuo arrivo, così improvviso. E poi prenderesti per le palle quei generi nuovi che ti disgusterebbero, prima la techno e dopo l’house…cazzo con che classe e rapidità distruggeresti lo squallore privo di poesia che fa andare la gente a ballare oggi.

Ma non ti sarà data una seconda possibilità e tu lo sai meglio di me.

E allora?
Nulla, nulla. Nessun problema. Continua a scorrere in sentieri alternativi, per conto tuo.
E non posso credere, anche se ti chiamano “il jazz”, che tu sia maschio.
E non me ne vogliano gli studiosi che potrebbero obiettare che la tua storia, principalmente, è stata fatta da uomini. No. Il jazz è donna.

Una splendida creatura che non sa invecchiare, che una volta potevi trovare ad ogni angolo, in ogni sala da ballo, che un tempo andava per la maggiore ed oggi, pur non avendo perso la sua sensualità, si riserva per pochi che la vanno a cercare e ancora si fanno fregare e, rimanendo imbambolati di fronte a lei, si innamorano di questa immortale signora, di una bellezza incomparabile, di una raffinatezza mai vista.
Occhi ipnotici, voce suadente, capelli di seta, labbra sfuggenti, fisico statuario.
Intelligente come sempre, furbissima, dolcissima e crudele, e anche un po’ puttana.
Andate a cercarla la notte, non sarà facile incontrarla.
Si confonde con il buio, con l’odore del fumo, con l’aroma dello scotch.