martedì 29 dicembre 2015

QUER PASTICCIACCIO (BRUTTO) DE BRIAN W. ALDISS

Questa recensione è stata scritta il 28 settembre 2011 e rivista completamente il 29 dicembre 2015


Avete presente quei pasticci disegnati dai bimbi troppo piccoli pieni di righe, pastelli, pennarelli, macchie, buchi e caccole?
C’è un fico d’india immenso che ha conquistato la Terra.
Gli umani sono alti 35 cm.
I vulcani ipnotizzano gli esseri viventi e li mangiano.
Enormi vegetali viaggiano per lo spazio su ancor più grandi ragnatele.
Le piante sono tutte assassine.
La spiaggia è Terra di Nessuno.
Nella Terra del Crepuscolo un pesce gigante è il più grande saggio del mondo.
Esistono uomini pescatori collegati con una coda a palme imponenti.
I vegetali hanno forma di volatili.
La luna è piena d’ossigeno.
Le megatermiti sono amiche degli umani.
Ci sono fiori giganteschi che si uniscono e attraversano i mari per migrare.
I gatti vivono con le megatermiti in un tunnel sotto un castello in rovina.
È abbastanza per stimolare la vostra curiosità?
Sinceramente sono ancora un po’ stordito da questo “Il lungo meriggio della Terra”, Brian W. Aldiss ci è o ci fa?
E Asimov con tutta la sua psicostoria, i suoi imperi galattici, le sue città super evolute e i robot che fine ha fatto?
Tutto buttato nel cesso.
Tra 4 miliardi e mezzo d’anni (tanto ci impiegherà ancora il sole ad avvicinarsi alla sua fine) saremo solo inutili cacchette (quasi) senza cervello alte qualche pollice destinate a farci comandare da un fungo.
Che tristezza.
O no?
Mah.

PS: Al di là dei vari esseri giganteschi, enormi, imponenti ed immensi, il libro risente della sua originale pubblicazione in 5 puntate con diverse ripetizioni e altrettante contraddizioni da parte di Aldiss, che ci mette pure del suo con una prosa a dir poco discutibile e diversi interventi in prima persona per provare a spiegare ciò che sta raccontando.
La copertina dell'edizione in possesso è tra le più ignoranti e meno sensate che io abbia mai visto (e si che compro Urania): non centra assolutamente nulla con ciò che viene raccontato, ma proprio niente niente. NIENTE.

HOTHOUSE o THE LONG AFTERNOON OF EARTH- IL LUNGO MERIGGIO DELLA TERRA
ANNO:1962
AUTORE: Brian W. Aldiss
GENERE: Fantascienza
VOTO: 5

venerdì 18 dicembre 2015

FIGLI D'ARTE



Non penso sia semplice essere figlio d'arte.
Si è vero, le strade sono spalancate, conosci la gente giusta , il lancio nel mondo editoriale-musicale-filmografico è già praticamente fatto senza il minimo sforzo e il tuo primo libro-cd-film venderà comunque un sacco sull'onda della curiosità della gente, ma poi?
Quanto credete possa essere facile vivere da figlio di Bob Dylan, De Sica, Camus? Giudicati non in base alle proprie qualità come chiunque altro, ma rispetto alla bravura dei propri genitori e parenti che sono stati mostri sacri nel proprio campo, vincitori di tonnellate di premi che la stampa solitamente non confronta con nessuno per troppa inarrivabilità.
Epperò tu sei il figlio, vorrai mica evitarti un: “Il dono della scrittura evidentemente non si trasmette da padre a figlio”, “Negli anni '60 suo padre rivoluzionò la musica, oggi lui a malapena la comprende”, “Sarebbe un grande regista se si riuscisse a non pensare per un attimo a tutto ciò che fece suo padre nell'epoca del blablablablabla”.
In un mondo ideale anche questa recensione non inizierebbe con tutta questa premessa, si parlerebbe del romanzo di Joe Hill, autore trentacinquenne alle prese con la sua prima opera e della sua somiglianza con certe cose di Stephen King degli anni '80, anzi meglio, di Richard Bachman.
La scatola a forma di cuore non è un capolavoro, ma è il classico libro che si fa divorare in quattro giorni assillati dalla domanda che tutti i libri del genere dovrebbero inculcare nella testa di ogni lettore: come andrà a finire?
Si, i protagonisti sono macchiette (il Jude Ozzyosbournesco su tutti), la maledizione sa di un po' troppo sentita e anche sullo stile scorrevole a volte verrebbe voglia di discutere: manca di profondità, ma anche dell'asciuttezza necessaria a creare tensione (quella presente in Bachman per intenderci) e quindi?
E quindi il primo romanzo del figlio di Stephen King (eddai fatemelo dire almeno una volta!) è semplicemente e solamente uno scritto sufficiente, niente di memorabile, ma neanche qualcosa per cui lo si possa accusare di chissà quali raccomandazioni.
D'altronde, se proprio vogliamo dirla tutta, il padre sfondò veramente il mercato solo dal secondo romanzo in poi e lo stupendo film di De Palma (Carrie) lo aiutò non poco a farsi conoscere dal grandissimo pubblico quindi aspettiamo fiduciosi, convinti che il mezzo flop di un Harry Potter con le corna sia solo un dimenticabile incidente di percorso.

HEART-SHAPED BOX- LA SCATOLA A FORMA DI CUORE
ANNO: 2007
AUTORE: Joe Hill
GENERE: Horror
VOTO: 6