domenica 29 agosto 2010

LAW ABIDING CITIZEN- GIUSTIZIA PRIVATA



Ci sono film peggiori dei film semplicemente brutti.
Solitamente metto in questa prestigiosa categoria quelle cose immonde chiamate film inutili: pago il biglietto, entro in sala, lo vedo, dico "carino...", mi siedo a prendere una Coca Cola, ricordo cosa diceva la Pimpa nel libretto che leggevo a 5 anni ma non cosa succedeva 10 minuti prima sullo schermo.
Alzheimer? Potrebbe anche essere.
Eppure esiste qualcosa che sta ancora più in basso dell'inutile.
Sono i film con il finale buttato nel cesso.
Ho un idea buona per un lungometraggio,cerco un produttore senza trovarlo (e qualche dubbio dovrebbe venirmi data la quantità di porcate prodotte in America), cerco un regista e un cast ma mentre finisco di scrivere la sceneggiatura vengo colto da diarrea fulminante, per cui scrivo il finale da 10 pagine in tre righe fitte fitte su un pezzo di carta igienica.
Praticamente: ci sono Jamie Foxx con la sua attaccatura disegnata col righello e le squadrette e Gerard Butler che fa, al solito, lo Stallone de noartri con gli occhioni lucidi o duri a seconda della necessità e un po' di bocca storta- sogghigno- sorriso che non fa mai male.
A Gerardo Buttero uccidono la moglie e la bimba e lui non la prende tanto bene perchè la giustizia fa schifo e la Volpe che fa l'avvocato permette il patteggiamento a uno dei due assassini.
Tale Kurt Wimmer (sceneggiatore e regista di capolavori quali Equilibrium e Ultraviolet) sembra un genio della scopiazzatura senza citazione di fonti, così mette giù l'ennesima storia di vendetta  personale vista e stravista che neanche le pubblicità della Findus.
Ma Kurt per un'ora e mezza sa farsi voler bene, non risparmia nessuno e anzi sembra provare un certo sadismo e far morire gente che effettivamente non centra un cazzo nella faccenda e magari sa anche recitare a differenza di moglie e figlia di Foxx, reduci da "L'albero azzurro, posto felice, l'albero azzurro posto di amici".
Poi il dramma.
Lo sceneggiatore-  produttore (che se ci fosse stato un vero produttore qualche calcio nel culo glielo avrebbe dato almeno) viene attaccato dal misterioso virus intestinale.
"Succederà qualcosa di biblico", è l'ultima frase nella sceneggiatura scritta da un uomo ancora sano di mente.
E tu ti aspetti qualcosa di veramente mai visto, qualcosa di eccezionale.
Certo, alcuni segnali c'erano già: il sindaco si comporta come un demente mettendo il coprifuoco all'intera città perchè sono morti sei avvocati e la famiglia di Ray Charles pare quella del mulino Bianco ma per il resto tutto scorre quasi alla perfezione.
Ultimi 10 minuti: per gli ultimi 600 secondi il buon Kurt mette su carta qualcosa che osceno è dir poco.
Vorrei poter scrivere cosa succede ma per quel poco buon gusto che mi è rimasto non lo farò.
Confido che chi, come me, ha visto tutto ciò per davvero su uno schermo del cinema lo dimentichi al più presto e lo sostituisca con il finale che tutti, e dico veramente tutti, avrebbero voluto.
Quindi voi, che ancora non avete visto tale scempio fate una cosa.
Andate a vedere "giustizia privata" e all'ora e 35 uscite dalla sala e immaginatevi il vostro finale perfetto: state tranquilli non sarà sicuramente quello scarabocchiato sulla carta igienica da Kurt Wimmer.
Lui e il suo violoncello.
Io un idea per dove metterglielo in una scena dopo i titoli di coda ce l'ho.
Che anch'io voglio la mia giustizia privata.

REGIA: F. Gary Gray
GENERE: triller
ANNO: 2010
VOTO: 4

lunedì 9 agosto 2010

LE MIE PIù PROFONDE SCUSE (OVVERO COME IL MIO PC MORì...)

C'era un tempo in cui scrivevo su questo blog almeno due-tre volte la settimana, era il tempo in cui sulla Terra uomini e I-phone convivevano ancora pacificamente, i primi semplicemente tenevano sotto il loro giogo i pochi secondi mentre la maggioranza delle persone ancora preferiva avere sotto mano un Nokia senza nessuna pretesa di toucchabilità.
Oggi gli I-phone si stanno ribellando, pretendono improbabili code di esaltati da servizio di Studio Aperto davanti agli Apple Store e vogliono essere presi solo in determinati modi, pena il rifiuto di funzionare.
Il mio pc è un adepto degli I-phone ma con qualche annetto in più, un po' come quegli anziani barbuti presenti a Woodstock che si facevano le canne e ballavano nudi dentro una pozzanghera con i ventenni.
Ecco, immaginatelo così, un povero pc ormai rincoglionito e strafatto che da più di un mese si rifiuta di accendersi nonostante accorati appelli da più parti del globo terracqueo.
Per questo non riesco a scrivere nonostante i milioni di film visti, libri letti, cd ascoltati.
Il pc di mio padre, da cui scrivo ora, sembra ancora all'insaputa della ribellione del suo simile ma non ci vorrà molto.
Io cercherò di recuperare tutte le mie recensioni e scrivervi ancora ma non so per quanto riuscirò a fuggire, la macchinetta del caffè sembra già guardarmi in cagnesco.
La fine è vicina.
Fate attenzione.