martedì 5 maggio 2009

ROCK IN NOVI

Potrei scrivere pagine su un concerto durato circa 5 ore, mi limiterò a qualche impressione a caldissimo, all’1.50 di notte dopo la mia ora di strada per tornare a casa.
Cominciamo da qualche simpatica troppo schietta osservazione dopo aver cercato per un’ora un concerto decente per il primo maggio nella provincia di Alessandria:
1)Alessandria è una delle poche città di merda che non organizza un concerto del primo maggio, concerto rock intendiamoci, perché un concerto classico a teatro c’è ma siccome a me frega un cazzo posso dire benissimo che un concerto per il 1 maggio ad Alessandria non esiste.

2)Valdapozzo, con tutta la simpatia per i Valdapozzani, di cui non sapevo nemmeno l’esistenza pur abitando a pochi chilometri ha organizzato un concerto per il 1 maggio. Valdapozzo.
Non Alessandria.
Valdapozzo.
3)A Felizzano c’era un altro concerto del primo maggio. Chi ci suona?
I Roccaforte e altri gruppi.
Chi altri?
Non lo saprete mai perché gli organizzatori evidentemente boicottano il loro festival dato che su internet non si trova uno straccio di notizia.
Il sito del comune?
Un optional.
Capisco, come mi avverte il mio amico, che i Felizzaniani non vogliano far diventare il loro paese un’ attrazione turistica ma per Dio se organizzate un concerto per chi lo organizzate? Le galline della cascina vicino al paese?
In tal caso spero che almeno loro le abbiate avvertite.


4)Ad Asti un concerto del primo maggio c’era, tanto per far presente a chi pensa che Alessandria non sia una città di merda che non vi è nessun dubbio sul fatto che lo sia (se non l’avevate ancora capito dai Valdapozziani).
5)A Valenza pure e ci suonavano gli Yo Yo Mundi.
Altra questione è contare sulle dita di una mano amputata le persone che a Valenza conoscono gli Yo Yo Mundi.
Dividete questo numero per quelli disposti ad ascoltarli ad un ora improbabile come le 6 di pomeriggio dato che il concerto chiude i battenti alla fantomatica ora vampiresca delle 7 di sera.
Pensate poi se hanno ritardato. Potrebbero essere state le 8 quando hanno finito.
Vampiri e licantropi.


Tentato da Valenza per sonnambuli, Valdapozzo per i coraggiosi che sanno della sua esistenza e Felizzano con il suo set misterioso alla fine ciò che rimaneva erano Asti e la speranza Novi.
Si punta sulla ridente (?) Novi Ligure, con tutti quei belin, belan, Belen fa sempre simpatia.

Si arriva alle 5 e mezza con inizio concerto fissato alle 5.
Ci sono 5 persone davanti al palco e 5 sopra che osservano i 5 al paninaro di fianco a cui ci aggiungiamo noi due per un pezzo di pizza riscaldato e la prima delle 4 birre a testa da 3 euro l’una.
Considerando che il paninaro non le avrà pagate nemmeno 1 euro (prezzo da supermercato) c’è qualcosa come il 200% di guadagno.
Ci sta.
Siamo a Novi il 1 maggio.
E quelle 10 persone Su e Giu da un palco sembra che possano spaccare il mondo.
La scena fa molto sagra di paese venuta male.
Si va al Burger King ad ingozzarsi di schifo.
Si torna alle 18.30.
Prima parte:
1)Sul palco ci sono i Pakura Klimt, unico gruppo con canzoni loro. 2 voci femminile, basso, chitarra e batteria che non si capisce come al nostro arrivo è già bella che andata.
Si cerca di fissarla con mezzi tecnologici avanzatissimi come lo scotch ma anche da qualche metro il tutto sembra molto traballante.
Chissenefrega.
Forse le prime 2-3 canzoni sembrano assomigliarsi un po’ troppo tra loro e si coglie una somiglianza con qualcosa di già sentito che ancora adesso mi sfugge, ma le ragazze (Mara Soliani e Lucia Branda) ci sanno fare e il gruppo gira bene (anche se la batteria è sempre li li per smontarsi).
Unico appunto è un’omogeneità tra le canzoni che sicuramente alla lunga non fa bene, forse ci vorrebbe qualche canzone più spinta all’interno della setlist ma si tratta comunque di un gruppo giovane da quanto ho capito e anche abbastanza originale.
VOTO: 7+ alzato dopo aver ascoltato il singolo-video sottopresente.


2)Salgono gli S.K.D.K.
La speranza che quei quattro signorotti sinceramente attempati siano li per un semplice soundcheck è appunto solo una speranza.
La paura che parta “Una lacrima sul viso” è tanto appunto quanto prima, solo una paura.
Partono con gran sorpresa mia e del mio amico (altri a quanto pare se lo aspettavano, tra cui il nipotino di uno dei true cocker sul palco) i Doors.
La voce calza a pennello.
Il basso c’è e la chitarra suonata dal classico tizio che mai ti saresti aspettato potesse suonare uno strumento che non fosse il triangolo (come se un giorno vai a far il biglietto del treno e il tizio sessantenne seduto dietro la cassa si alza e ti stampa un assolo in faccia!) sembra seguire bene.
La batteria è ancora un capitolo a parte.
Lo scotch evidentemente non tiene la foga del signorotto canuto seduto dietro le pelli e più di una volta sembra che tutto gli debba rimanere in mano da un momento all’altro.
Se poi ci si aggiunge che nonostante i litri di sudore e le chiazze rossastre sul volto ogni tanto sembra mancare qualche battuta non si può gridare certamente al fenomeno.
E i problemi più grandi sicuramente ci sono con il repertorio non-Doors: mentre tutta la band rimane sulla stessa linea precedente il cantante sembra un po’ a disagio con pezzi come Sweet Jane e Sweet Home Alabama (qui manca anche una chitarra all’altezza del sound Southern rock del periodo).
Insomma.
Simpatici, inaspettati e come si dice in questi casi “hanno ancora qualcosa da insegnare alle nuove leve” (vedi l’entusiasmo del batterista nel suonare e presentare) ma sicuramente qualche problema c’è.
E sicuramente la mancanza del tastierista non ha fatto bene.
Però.
VOTO: 6


Pausa cena alla Farinata Rotonda (o una cosa del genere) dove un tipo simpatico come pochi ci avvisa che “CI SONO Già 5 PERSONE CHE ASPETTANO!” quasi fosse colpa nostra o noi dovessimo già saperlo.
Felice per lei signor simpatia.
Tanti saluti.
E di farinate ce ne sono di più buone.

Seconda parte (dove finalmente sembra che qualcuno sia venuto a conoscenza di questo concerto e un quartino di piazzale scarso finalmente si riempie con tanta felicità del paninaro, delle sue birre e delle sue salamelle):
3)I primi della serata sono i Wonderlands (non so bene che fine abbiano fatto i Dead Models presenti nella locandina, molto probabilmente se non hanno suonato nella mezz’ora di Burger King sono mancati all’appuntamento).
I Wonderlands comunque non fanno rimpiangere nessuno.
Attaccano subito duro con gli Who e non lasciano respirare con Led Zeppelin e Who appunto davanti a tutto.
Michele alla voce ha una voce particolarmente graffiante e adatta ai pezzi proposti e Ivo alla chitarra (a quanto pare tra gli organizzatori) pensa a far divertire un po’ i 15enni radunatisi sotto il palco suonando la chitarra con i denti o dietro la testa.
Animale rasato da palcoscenico.
VOTO: 7/8


4)Half step Down.
Sale sul palco quello che saluta tutti per tutta la serata e ci ha chiesto qualche ora prima se potevamo appoggiare le nostre bottiglie di birra finite sul tetto della sua macchina per qualche strano motivo (tipo essere il più fico della piazza perché lui c’aveva tante bottiglie).
Pare di averlo già visto il ragazzino (che potrebbe avere anche la mia età ma con quella faccia sembra sempre un ragazzino) ma non saprei. Probabilmente mi sbaglio.
Salito sul palco comincia un pezzo interamente strumentale, ci sa fare non c’è dubbio anche se fin dalla prima nota sembra di vedere qualcuno che se la tira leggermente.
Non è un impressione.
Alla prima volta che apre la bocca per pronunciare due parole sensate dice due cazzate che fanno tanta simpatia e “guarda quanto so’ fico” nelle giovincelle e tira dritto per un altro pezzo.
La band funziona alla perfezione compreso un ottimo tastierista hammond con il suo velo tigrato intorno allo strumento.
Il concertino prosegue così tra Cream, un pezzo strumentale originale e Jimi Hendrix.
Poi viene la volta del “Questo è un pezzo stvumentale di un chitaRRista che è (se non sbaglio) Stevie Ray Vaughan, ma tanto non lo conosce nessuno quindi lo suono e boh”.
Grazie Dio in Terra, tu si che conosci i chitarristi che nessuno conosce, tu si che sei veramente fico.
VOTO: 8
VOTO AL CHITARRISTA CHE POI HO SCOPERTO ESSERE PROPRIO CHI SPERAVO NON FOSSE: 4 PER LA SIMPATIA.

5) Ultimo gruppo: Amaranth.
Classico gruppo di cover con voce femminile che va dai Guano Apes agli Skunk Anansie ad Anouk e compagnia anni ’90 rock con voce femminile bella per concludere con la cover dei Lacuna Coil di Enjoy the silence dei Depeche Mode.
Eliana alla voce è fantastica ma dopo aver sentito gli Half Step Down lo scalino tecnico sugli strumenti si nota forse un po’ troppo oltre ad un repertorio fatto di canzoni sicuramente molto belle ma che suonano oggi leggermente datate e troppo sentite.
Sicuramente con gli Half Step Down a chiudere ne avrebbero guadagnato entrambi i gruppi.
VOTO: 7


Male ai piedi, constatazione della mia vecchiaia (un tempo andai all’Heineken Jammin Festival e dopo 12 ore ancora riuscivo a saltare ed urlare mentre ora dopo 5 ore fermo sul posto sono morto), conferma di quanto Alessandria sia una città di merda persino in confronto a Novi Ligure e voce roca per la saggia scelta di non mettersi una maglia dalle maniche lunghe nemmeno a mezzanotte.
Tutto sommato un buon concerto, organizzato abbastanza bene (batteria a parte), con buoni gruppi di cover e non.
Se poi gli organizzatori si ricordassero sempre dell’esistenza di internet per organizzare certi eventi come in questo caso magari non si troverebbero il giorno seguente a lamentarsi della poca gente e delle troppe spese come accade spesso.
Novi Ligure docet.
Alessandria dorme.