martedì 17 giugno 2008

FINLEY LIVE AT PIAZZA DELLA LIBERTà- ALESSANDRIA- 12/06/2008

Il mio cervello è ormai in vacanza mi dispiace....

I Finley.
Si.
Quelli che a Sanremo lui si è presentato con il guantino nero sulla mano e i capelli sbarazzini e cantava una nenia che neanche mr “io faccio solo Sanremo e poi sparisco nell’iperspazio” Zarrillo ha mai pensato di cantare.
Quelli che “yeah, noi siam i Finley, facciamo rrrrrock e siamo la nu sensation italiana”.
Quelli che il cantante si chiama Pedro e un’altro non voglio saper per quale motivo si fa chiamare Ka ke già kon quella kappa kapisci a ki si può rivolgere un gruppo del genere (Kollioni?).
Quelli che quando li senti alla radio dici: “Ma possibile che qualcuno ascolti sta roba?” e poi senti le bimbette fans che urlano “Siiiii Pedro sei un ficoooooo, yuuuu, yeeeee, yaaaa”.
Quelli che un giorno ti domandi se sei tu che sei demente e non sai star al passo coi tempi oppure davvero i Finley son il gruppo per i ragazzini di oggi come gli 883 (parlando di Italia) potevano esserlo per quelli degli anni 90.
Quelli che un giorno esci dal giapponese in dolce compagnia convinto di andarti ad accoccolare su un divanone con qualche buon film e senti qualche nota nell’aere (come sono aulico….no ho appena completato un cruciverba!)
E lo vedi.
Il manifesto.
Loro.
I Finley.
In Alessandria.
A 100 metri dal giappa.
In piazza.
E ancora non ci credi.
Pensi che ovviamente saranno a pagamento.
Che si son i Finley ma proprio perché son loro si potrebbe benissimo far pagare un biglietto a quelle bambinette che li andrebbero a vedere anche vendendo la loro amica del cuore.
“Salve un biglietto per i Finley quant’è?”
“20 euro o un’ amica del cuore”
“Maaaaammaaaaa mi dai 20 euro per i Finley???”
“……………”
“Prego tenga pure la mia amica del cuore, io voglio vedere Ka! Ka tiiii aaaamooo!”
E invece no.
I Finley in piazza in Alessandria sono gratis.
E ti giri verso di lei e la vedi quella luce negli occhi, quel sorriso da “Lo dobbiam fare, li dobbiam sentire!”
Sono i Finley.
Quando ti capiterà di nuovo di averli a disposizione gratis?
Cerchi una birra nell’attesa e non la trovi.
Poi ci pensi.
Sono i Finley.
Vuoi che ci sia della birra?
Loro vendono adrenalina 100%.
Ma solo dal vivo.
E questa sera la regalano.
I Finley.
Che quando senti il gruppo che apre (con un nome lunghissimo inglese assolutamente inricordabile (il dizionario di italiano è nella lista delle cose da fare per il prossimo anno mi dispiace) per la mia memoria da passerotto con l’alzhaimer (e ci apro anche un'altra parentesi per simpatia)) pensi anche che magari sei stato un coglione tu.
Che in realtà i Finley son davvero un buon gruppo rock.
Perché le spalle ci sanno fare.
Con un mescolone di Lost Prophets e sonorità “nu metal in decadimento” (oh yeah, son un critico musicale e mi invento dei generi nuovi ogni giorno) sanno prendere il pubblico con canzoni sconosciute, sanno farlo saltare, batter le mani e si muovono bene sul palco.
E pensi che se la spalla è così allora i Finley dovranno essere davvero bravi.
Saluto d’ordinanza, “comprate il nostro primo cd a 5 euro, Alessandria è bella, voi siete un pubblico caldissimo, io son un coglione che dico frasi fatte ad ogni fine concerto” e via gli strumenti delle spalle.
La batteria Finleyana è già pronta.
I roadies dei Finley scattano in fretta e furia per attaccare cavi e cavetti e cavettoni e il microfono e la chitarra e il basso e questo e quello mentre tu sei li che ti chiedi come possano esserci persone che lavorano per quei quattro ka(zzoni) che aspettano di salire sul palco.
Ma niente pregiudizi.
Magari sono bravissimi ti dici.
Magari sono bravini ti ripeti.
Magari sono decenti.
Magari sanno prendere una chitarra in mano.
Magari magari.
Magari.
Magari se non ci fosse una voce altisonante fuori campo ad introdurre i 4 il tutto sembrerebbe molto meno ridicolo.
Siete i Finley per la carità di Dio!
Che l’ultimo concerto che ho sentito con la voce altisonante ad introdurre il gruppo eran gli Iron Maiden
Che già li risultava abbastanza eccessiva.
Ma sai, sono i Maiden, suonano da 30 anni, hanno milioni di concerti alle spalle, più di 20 album sul groppone, son nati negli anni ‘80 e sono uno dei più importanti gruppi metal al mondo.
Glielo concedo anche.
Ma che 4 dementi dell’85 che cantano “voglio viveeeereee un sogno irrealizzabileeeee senza limiteeeee” salgano sul palco con una voce che annuncia l’inizio di un viaggio incredibile con loro….si ok sono buono e cerco di non giudicarvi prima e tutto quello che volete….ma la voce altisonante fuoricampo no!
Ma non farti prendere dallo sconforto.
Guardalo il Pedro che salta giù dalla postazione della batteria come solo un vero rocker (che il pc mi corregge in cocker forse senza sbagliarsi di molto) sa fare.
Ammira il suo guantino nero.
Yeah, siamo i Finley, mica cazzi.

Yeah.
Che inizia a cantare e improvvisamente credi che il tuo udito sia completamente andato.
Perduto per sempre.
Vedi quel tizio sul palco che si scatena (si cioè salta…saltella…cammina avanti e indietro…va bene: sta fermo e apre la bocca... ma non troppo) e senti il suono di un gatto miagoloso che esce dalle casse.
Forse no.
Forse è una papera che starnazza.
Forse il tuo cervello è definitivamente andato.
Poi lo devi ammettere: non ci credi ma lo devi ammettere.
Quella è la voce di Pedro.
Pedro e il suo guantino nero.
Oh Yeah.
E quella cosa sotto che fa gna gna gna gna gnaaaaa gna gna gnagnagnagna gnaaaaa è la chitarra.
E il blem blem è Mastrota che gioca con le pentole della Mondial Casa.
Ah no.
È il batterista.
E poi c’è il basso….forse…io non lo sento.
Miao miao miaaaaao, meoooo sgnaaaa, gna gnagnagnagna, sblem sblem sblem.
I Finley sono sul palco.
E finalmente lo puoi dire: ma quanto cazzo fan cagare?
Tanto.
Ma tu lo immaginavi.
Non sei andato li per sentire i Finley.
In quell’occhiata di prima c’era tutto quello che due persone diverse tra loro non capirebbero nemmeno se si urlassero in faccia per mezz’ora.
Tu non sei li per sentir i Finley.
Tu sei li per i Finley.
Che è ben diverso.
Tu sei li per il fenomeno Finley.
Quello che le ragazzine fanno “yeeee, yaaaa, yuuuu, Ka ti aaaaamoooo”.
Quello che ti giri verso un lato e vedi le ragazzine esaltate, saltellanti, con le mani in alto a urlacchiare con voce squillante ogni pezzo storico (????) dei Finley mentre dall’altro lato vedi qualcosa che pochi gruppi hanno il privilegio di avere.
I fan anti-Finley.
Un gruppetto di ragazzetti che si credon un po’ i Sex Pistols, un po’ gli alternativi più alternativi di Alessandria con un cartellone enorme dei Finley con le corna disegnate con scritto qualcosa come “GRUPPO ANTI-FINLEY, FIRMARE QUI PER ADERIRE”
E per un attimo sei tentato di aderire.
Per un attimo ti sposti verso di loro per andar a firmare e alzare il dito verso Pedro.
Poi ci ripensi.
A 16 anni magari lo potevi anche fare.
Quando come mr Sex Pistols ti sentivi l’alternativo più alternativo del paese, quando dicevi: “Ma vaffanculo i Finley! Son un gruppetto delle palle per le mie compagne truzze deficenti”, quando eri quello che “Io ascolto solo il punk vero e yeah sono un alternativo perché mi tagliuzzo le braccia” allora si.
Allora potevi andare nel gruppo anti-Finley.
Ma a 22 anni un po’ ti fa ridere.
Ti fa ridere che magari un tempo eri così e snobbavi tutto e tutti e se uno un giorno si metteva le nike “Guarda che truzzo, io metto solo le Vans/qualsiasi altra marca di scarpe da alternativo”, ti fa ridere vedere i ragazzetti incazzati con Pedro a urlare: “sei proprio un coglioneeee” e ti fa ridere anche quanto si preoccupano nella loro alternatività di farsi vedere come quello che loro stessi chiamerebbero un truzzetto qualsiasi.
Ti fa ridere che non se ne rendono conto ma sono alternativi quanto lo è quello con le Nike.
Che si ok: molto meglio loro del milanese con le scavpe di Pvada e la camicia di Cavalli e chissà quale altra milanesata ma come ogni eccesso loro stessi rischiano di cadere nel ridicolo.
(Ti fa ridere che critichi e critichi Den ma tanto sai benissimo che tu sei ancora così…magari non proprio a quei livelli ma…)….Via dalle palle voce della coscienza!
Ma hanno 16 anni.
E se non sei un po’ coglione a 16 anni, allora si, sei davvero un grandissimo coglione.
Chi vuol intendere intenda.
Io mi sono capito.
Sei quasi li nel gruppo degli anti-Finley e senti che di andar ad alzar il dito con il musone incazzato verso Ka e Pedro non ne hai assolutamente voglia.
Sei ad un concerto.
Dei Finley, gratuito, in piazza in Alessandria e tutto quel che volete.
Ma ad un concerto.
E in un concerto ci si diverte.
Non ci si mette né in fondo a far i musoni e parlar di macchine ne in un angolo a rompere i coglioni dicendo che “sai non suonano tanto bene, sono un po’ così blablablabla”.
Ad un concerto ci si diverte.
Persino coi Finley.
Inizi a saltellare, urlacchiare, imitare le piccole fans che “uuuuu, aaaaaaa, yeeeeeeee” e mentre diventi sordo per una cassa troppo vicina vedi il gruppo anti-Finley che ti guarda malissimo, tu e la tua ragazza che vi scatenate al ritmo dei Finley.
Loro vi guardano malissimo e voi dentro ve la ridete di gusto.
A vedere le loro facce musoneggianti mentre tu sei li che canti “Un sognoooo irrealizzabileeeeeee” e batti le mani a tempo con Pedro quando Pedro dice letteralmente “ora tocca a voi” manco avesse dei focomelici di fronte (questa la prendo a prestito da qualcuno che non mi legge ma li ringrazio lo stesso tutti quanti).
Cerchi di non pensare che “s’inkazza” (con la k, loro eran già avanti) degli 883 aveva un testo molto più profondo di qualsiasi minchiatina positivista dei Finley.
Cerchi di non pensare che in qualsiasi modo li si guardi sembrano un gruppo costruito a tavolino da qualche discografico con un occhio sull’emo-pop internazionale.
E costruito a tavolino è un eufemismo.
Cerchi di non pensare a Pedro che non sa cantare, a Ka, Dani e l’altro suonatore di pentole che non san far due note diverse che sian due.
In quel momento pensi solo a divertirti.
Nel momento successivo pensi solo a quanto sei rintronato dalla cassa e quanto eran ridicoli loro sul palco.
In macchina, mentre te ne ritorni a casa, pensi solo a quanto poco importi la situazione.
Conta solo con chi.
VOTO: si vabbè poi? Godetevi un pezzettino di concerto piuttosto....

mercoledì 4 giugno 2008

UOMINI E DONNE

Prima recensione di un programma tv.
E voi che credevate che con 10000 AC avessi toccato il fondo del trash.
Voi che pensavate di liberarvi di me con un semplice Rambo IV.
Voi non avevate pensato a questo.
Voi non sapevate che io lunedì ci faccio un esame su sta cosa con tanto di recensione (e se la prima parte è leggermente noiosa è dovuto proprio al fatto che si tratta di una parte della recensione presentata al professore).
Si.
Su "Uomini e donne"
Perchè troppo spesso la saggezza è solamente la paura più stagnante.
Pregate per me.

La tv spazzatura.
Quella che tutti condannano.
Quella che tutti disprezzano.
Quella che tutti vorrebbero vedere sepolta sotto chilometri di tv “pulita”.
“Uomini e donne” è LA tv spazzatura.
Nato come cugino stretto della prima creazione televisiva di Maria De Filippi con Alberto Silvestri (il talk show verità “Amici”), nel 2001 “Uomini e donne” diventa qualcosa di più di un semplice programmino di discussione sulle vicende di coppia.
Nel 2001 Maria de Filippi sente l’aria fresca portata dal reality show in Italia (la prima edizione del Grande Fratello italiano è datata 2000) e trasforma il suo programma in qualcosa di più.
“Uomini e donne” passa dall’essere l’ennesimo talk show verità sulla scia di “Amici” a un ibrido che come un blob tende a scappare ad ogni definizione.
Maria De Filippi introduce un trono al centro della sua arena e tutto si trasforma.

Si sente odore di reality nelle esterne girate dai tronisti con i loro corteggiatori.
Si sente il sapore della soap opera più classica in quell’ intreccio di storie, parole, nomi, vicende, famiglie, agenzie.
E tutto viene cotto in un padellone di nome talk show dove Maria De Filippi mescola tutto ciò che la tv non si vorrebbe fosse oggi.
Ovvero tutto ciò che funziona.
“Uomini e donne” è il programma che a nessun critico tv verrebbe mai in mente di produrre (anche perché, qualcuno direbbe, già il fatto che sia un critico indica un suo probabile fallimento in un ambito più televisivo): personaggi che si vorrebbero veri e somigliano a caricature di caricature di caricature, una conduttrice che se ne sta seduta su uno scalino e ogni tanto interviene giusto per non farsi seccare la lingua sul palato e una regia tremendamente pompata che non concede un attimo di tregua allo spettatore ignaro: tra zoomate da capogiro seguite da panoramiche fisse che sembra di star a vedere Vasco Rossi al secondo anello a San Siro dopo 64 minuti di trasmissione sembra di aver fatto un giro sull’ottovolante.
Eppure.
Eppure “Uomini e donne” funziona.
E funziona bene.
Non benino o se la cava.
“Uomini e donne” ha uno share medio giornaliero del 20% con punte che arrivano al 28% nelle puntate decisive.
Mica cazzi.
E si l’auditel fa schifo che non ha un campione rappresentativo, che tanto fa gli interessi dei grandi, che blablablabla (ma tanto su di quello si basa per ora il sistema tv italiano)…. E certo Incantesimo su Rai1, l’Italia sul 2 su Rai2 e la Trebisonda su Rai3 non sono questa gran concorrenza (semplicemente vengono battuti ogni santo pomeriggio, mi sembra logico che se alla Rai avessero una mezza idea per far qualcosa di meglio lo farebbero ma evidentemente non c’è neanche un quartino di idea)….E senza alcun dubbio è facile far gli ascolti con le ragazzine di 15 anni che son quelle che guardano di più la tv (certo la tv è fatta per vendere, cosa c’è di meglio di un programma indirizzato ai maggiori consumatori?), ma c’è bisogno di mettersi a urlare così tanto allo scandalo?
Semplicemente “Uomini e donne” funziona e quando una cosa funziona, si sa, in Italia scattano le gelosie da terza elementare.
Mamma mamma guarda che la De Filippi aveva chiuso “Amici” sostenendo che i ragazzi protagonisti della trasmissione si eran troppo televisizzati, perché ora non chiude anche questo che ha lo stesso difetto?
Il 20% di share.
Voi foste la De Filippi, Berlusconi o qualsiasi persona sana di mente che lavora a Mediaset chiudereste un programma che con costi praticamente irrisori e senza nemmeno il pagamento del format (come detto “Uomini e donne” è una creazione Defilippiana così come “Amici” un tempo e “Amici di Maria De Filippi” oggi) assicura uno share medio del 20% a pomeriggio con la netta vittoria su ogni concorrente?
Voi stareste li a guardare quanto è spazzatura, quanto è finto, quanto fa ridere l’idea di un tizio muscoloso seduto su un trono di plastica che cerca la compagna della vita tra ragazze finite li giusto per farsi notare e sperare di finire a loro volta sullo stesso plasticoso trono?

NO COMMENT

Ma chissenefrega.
La Mediaset vive di pubblicità e solo chi si dimentica di un così piccolo particolare può cominciare a dire cose come: dovrebbero chiuderlo.
Funziona, le pubblicità pagano bene e il pomeriggio di Canale 5 è pieno per metà, cos’altro si può volere dalla vita?
E invece no: associazioni di genitori che protestano per la scurrilità e i cattivi comportamenti che insegnano alle loro figlie benedette da Dio (che andassero alle medie oggi a vedere cosa fanno gran parte delle figliocce queste mamme convinte di avere in casa delle piccole Madre Teresa di Calcutta), critici tv che scrivono indignati che non se ne può più, che tanto chi li guarda, che basta, che è tutta una farsa (ci vuole un master in giornalismo per rendersene conto), associazioni di imbecilli che lanciano parole per aria e non riescono mai a riprenderne una mentre le stesse ricascano a Terra ormai prive di significato.
“Uomini e donne” è LA tv spazzatura.
“Uomini e donne” è LA tv italiana.
Inutile nascondersi dietro un dito.
Mentre tutti i critici tv aspirano a una nuova tv che lasci spazio a programmi culturalmente più alti e addirittura qualcuno comincia ad aver nostalgia del bianco-nero (quella si che era tv...una sola emittente, una sola idea, solo certe pubblicità perché i beni troppo costosi non andavano pubblicizzati, mille restrizioni di ogni tipo….) la tv italiana si muove verso il trash.
Anzi.
La tv italiana è trash.
È trash Maria De Filippi che fa litigare chiunque gli capiti a tiro: tronisti con tronisti, tronisti con corteggiatrici, corteggiatrici con il pubblico, pubblico con i tronisti, pubblico con il pubblico, consiglieri dei tronisti (lo vedete che anche nel 2008 nascono nuovi posti di lavoro interessanti?) con i tronisti (possibile? Certo certo…), pubblico con i tronisti mentre già loro stan litigando con le corteggiatrici che continuano ad urlare “MARIA MARIA MARIA” sperando che lei gli dia la parola quando Maria è evidentemente in catalessi su un gradino e si limita a raucheggiare di non urlare troppo (che già bastano le 10000 voci sovrapposte).
Io me la immagino a casa Maria De Filippi che tenta di far litigare il frigo con la lavastoviglie mentre i piatti tintinnano a gran voce “MARIA MARIA MARIA”.
È trash Maria De Filippi così come è trash Enrico Papi che si porta dietro lo zoccolone svedese che alla minima battuta tira fuori la lingua e si struscia sullo schermo della Ruota della Fortuna in prima serata.
È trash Maria De Filippi ed è trash Santoro con i suoi inviati che fanno 1000 interviste e poi tengono buone solo quelle dove parlano i vari Cletus il bifolco allocco direttamente dai cocuzzoli Umbri per voi.
È trash Maria De Filippi e lo è ancor di più “Buona domenica” condotto da quell’essere immondo di nome Paola Peg Perego.
È trash Maria De Filippi ed è trash “Lucignolo” che quando vedi che in giro esiste davvero gente che dice “Porco zio ma sei fuori? Ci sto dentro una cifra…” ti chiedi se Capsula e Nucleo stan girando uno spettacolo in diretta o veramente Lucignolo filma persone reali.
È trash Maria De Filippi e sono trash Studio Aperto (con i suoi servizi strappalacrime o strappamutande), il tg 4 (con Fede che fa l’imitazione di se stesso), il tg 5 (che prova ad inseguire Studio Aperto ma ha sempre una marcia in meno), il tg 3 (che se mettessero dei manichini a parlare potrebbe sembrare anche un tg umano), il tg 2 (che ancora un po’ di rubriche sembra di guardare un contenitore della domenica pomeriggio) ed è trash persino il tg 1 che ha la capacità di montare le immagini ad minchiam venendo regolarmente pizzicato da “Striscia”.
È trash “Striscia la notizia” che fa satira ma non la fa ed è condotta per metà stagione dall’eterno gggiovane Ezio Greggio e dal suo compagno la cui faccia andrebbe coperta con paio di mutande per dirla finemente.
È trash “Le iene” che ormai il 90% dei servizi somiglia più all’imitazione delle Iene di Zelig.
È trash “Il senso della vita” con Bonolis che intervista Fabri Fibra che si fa portatore della voce dei giovani italiani (ma peeeerchè, ma soprattutto peeeeerchè??).
È trash “Ballarò” che ha sempre gli stessi ospiti, è trash Giuliano Ferrara perché è un uomo orrido e ha un buco nero al posto del cervello, è trash il fatto che i serial tv vengano spostati ogni settimana in orari e addirittura giorni diversi, è trash il 90% della fiction italiana, sono trash le storielle de “L’italia sul 2”, è trash persino la “Trebisonda” che sembra si rivolga a menomati mentali e non a bambini.
La tv italiana è trash.
Ma Maria De Filippi è il capro espiatorio.
Maria De Filippi la si vorrebbe far pagare per tutti.
Già me li vedo come avvoltoi in attesa sul ramo i critici tv quando “Uomini e donne” avrà un calo di ascolti (perché dopo 12 stagioni prima o poi dovrà accadere).
“È trash chi volete che lo guardi?” diranno.
“Finalmente il trash comincia a cadere”.
“Vedrete ora come vivremo meglio senza la De Filippi al pomeriggio”
E in quel momento dietro di loro arriverà Papi.
L’uomo della leggenda: quello che tutto ciò che tocca diventa trash.
E allora si pentiranno.
Diranno “Come si stava meglio quando si stava peggio”
“Torna tra noi Maria ti prego”
E Maria con voce roca dal trono di plastica che si sarà fatta installare nella sua cucina (protagonisti il frigo e la lavastoviglie che saranno diventati i suoi corteggiatori) li manderà tutti a cagare.
Anche quelli che tra 50 anni rimpiangeranno la tv del 2000 che era così innocente.
Rimpiangeranno le litigate furiose a “Uomini e donne” per una gonna troppo corta (“Hai la gonna, sei una poco di buono; hai i jeans, sei brutta; hai il vestito, ma dove credi di essere…), rimpiangeranno l’ennesimo tronista muscoloso con un totano fritto al posto del cervello che si fa ogni ragazza che porta fuori perché “Io devo vedere cosa provi per me e metterti la lingua in bocca è il metodo migliore”, rimpiangeranno Karina.
Si.
Quella con questa faccia qui.

Rimpiangeranno la consigliera dei tronisti e Gianni Sperti con il suo muso da Carlino incazzato.

Rimpiangeranno quel periodo in cui “Uomini e donne” riusciva a creare idoli dal nulla e a farli sparire dopo un anno di serate nello stesso nulla da cui erano venuti (quale miglior simbolo di una società usa e getta come la nostra? Persino i divi son da gettare nel cestino del Mac insieme alla carta del panino e il bicchiere della Coca).
Rimpiangeranno Costantino Vitagliano.
Che conoscete tutti, non ditemi palle.
La prova vivente che il 99% della gente che dice “Io non guardo e non ho mai guardato programmi come Uomini e donne” semplicemente da ragione a quella vecchia barzelletta:
Un uomo chiede a un altro in ascensore: “Hai scoreggiato?”
E l’altro: “Io no…”
E il primo: “Ora si….”
Meditate gente, meditate.
REGIA: Laura Basile
CONDUZIONE: Maria De Filippi
GENERE: Trash, Talk Show, Reality, Soap,