giovedì 24 aprile 2008

CLUBLAND- IL MATRIMONIO è UN AFFARE DI FAMIGLIA

Il sole quando sorge, sorge piano e poi
la luce si diffonde tutto intorno a noi
le ombre ed i fantasmi della notte sono alberi
e cespugli ancora in fiore
sono gli occhi di una donna
ancora piena d'amore.

Quasi in partenza quasi in partenza quasi in partenza quasi in partenza quasi in partenza quasi in partenza quasi in partenza quasi in partenza!
Non ho altro in testa!


A volte capita che in Alessandria i film escano al cinema.
Capita che non si debba agonizzare per tre settimane come per l’ultima pellicola di Cronenberg per poi averla in una saletta da 30 posti come se fosse un “Toh, se proprio la volete vedere sta schifezzina….”
Capita che i film escano in Alessandria e non a Casale al mega iper ultra multisala che una sala ha le poltroncine che ti sdrai e poi puoi mangiare li se riesci a sopportare i ragazzi scazzati pagati tre lire all’ora che ci lavorano che se gli chiedi le patatine fritte ti dicono con gli occhi “Ma devi proprio??” e tu ovviamente a quel punto le vuoi ancora di più anche solo per vedere gli uomini scazzo ciondolare fino alla friggitrice.
Capita che mentre guardi senza speranze le locandine vicine alla rotonda (geniale metterle vicino alla rotonda…un giorno o l’altro son li che guardo e SBAM! Entrerò dritto dentro una macchina…) la vedi li un angolino la locandina di “Il matrimonio è un affare di famiglia”.
E in quel momento sei fiero di abitare in Alessandria.
Non allarghiamoci.
Sei fiero dei gestori del cinema di Alessandria.
Oh beh son gli stessi che non han dato un altro milione di film che ti interessavano…. Diciamo che sei fiero.
Non si sa di cosa.
Ma sei fiero.
E il sabato sera ti ritrovi finalmente dentro la minisaletta da 30 posti, quella che un giorno sogni di avere in casa e che ora stai praticamente pagando con minirate da 6,50 a volta.
Tre posti occupati: tu, lei e i giubbotti messi bene in ordine in modo che riescano a vedere comodamente anche loro e alla fine ti aiutino a tirar giù qualche idea (non sottovalutate mai i giubbotti!)
Niente trailer manco stessi guardando la versione da mezzo euro in dvx (6,50 euro, 6,50 euro, 6,50 euro!) e il film ha inizio.
“Il matrimonio è un affare di famiglia” racconta la storia di una donna dello spettacolo e di suo figlio che un giorno decidono…. Ronf ronf ronf ronf.
Scusate.
Sapete wikipedia (possibilmente inglese se non volete leggere di improbabili voci scritte da babbuini addestrati o semplicemente non trovare nulla), Mymovies, Comingsoon, un altro milione di siti….ecco, li ci trovate la storia.
“Il matrimonio è un affare di famiglia” è l’ ultimo spettacolo teatrale di una donna che non sa vivere senza i riflettori puntati addosso e l’applauso del pubblico.
Tutto inizia nei camerini (ovvero nella casa della donna abitata da lei e dai due figli) con la lunga preparazione allo spettacolo che consiste in un minishow per i figlioletti (quella che noi chiamiamo vita famigliare) e prosegue sui vari palchetti di Paese dove Jean Dwight vive veramente.
È il palcoscenico la sua vera casa.
Ed è il pubblico il suo vero grande figlio.
Quello da accudire eppure da tenere in riga, quello che va coccolato ma a cui bisogna far intendere chi comanda.
Jean è una madre autoritaria, rigida e a volte spaventevole ma è una mamma.
E i suoi figli naturali sono solo aiutanti nei camerini.
O nemmeno quello.
Il figlio handicappato è il segreto che l’attrice tiene nascosto alle telecamere.
È quello che tutti sanno ma di cui nessuno parla, nemmeno lei.
“Il matrimonio è un affare di famiglia” è la vita di una donna fatta opera teatrale.
Ha la sua parte preparatoria già descritta, ha un inizio scoppiettante capace di tenere ben sveglio il pubblico (a parte il decerebrato dietro che al decimo minuto esclama un “Che lessata di coglioni” che evidentemente il miglior film che ha visto ultimamente è 10000 AC), ha le sue pause tra i vari atti (in cui a volte si rischia di cadere, questo si, in qualche luogo comune o in qualche eccesso di troppo) e infine ha la sua scena madre.
E lo sceneggiatore della pellicola qui si dimostra degno di tal nome (non come in Italia che ogni volta c’è qualcuno che si alza al mattino e dice “Toh magari stamattina scrivo un film mentre faccio i miei bisogni all’ angolo della strada”): si muove tutto verso il provino della grande diva per ritornare a calcare palchi importanti e all’ultimo momento scarta facendoci andare tutti a sbattere con il muso sulla parete.
La scena madre che diventa anche uscita di scena Jean la gira in casa e raccoglie intorno a se il pubblico della sua vita così come Ed in Big Fish faceva per la sua discesa dal palco.
Ed è qualcosa di grandioso, unico, irripetibile, coinvolgente e totalmente suo quel che crea in quest’ultima occasione: esiste solo lei e il suo pubblico completamente annichilito, completamente ai suoi piedi come una diva degli anni ‘50 comanda.
E proprio mentre ti aspetti la definitiva chiusura del sipario e ti stai già per alzare aspettando che le luci finalmente si accendano Jean torna sul palco.
Non più Dea inavvicinabile e capricciosa ma madre finalmente.

Dei suoi figli e di quel che gli è mancato per tutta la vita: una figlia femmina.
O un pubblico capace di capirla e affrontarla veramente senza spaventarsi.
REGIA: Cherie Nowlan
ANNO: 2008
GENERE: Commedia
VOTO: 7
QUANTO VOGLIO SAPERE CHI SA SPIEGARMI IL TITOLO ITALIANO: 10
CONSIGLIATO A CHI: Vuole vedere una grande Brenda Blethyn, un fantastico Richard Wilson nei panni del figlio handicappato Mark (vi sfido a non sorridere ogni volta che entra in scena!) e sorridere amaramente di un mondo che vive sotto i riflettori (con un ultima scena tra le più significative viste in questi ultimi mesi al cinema).
NON CONSIGLIATO A CHI: A quel cretino che stava dietro la cui utilità al cinema è pari a quella di un popcorn ammuffito.

12 commenti:

Anonimo ha detto...

il tuo modo di scrivere mi fa allattare...è come se fossi venuto a vedere il film con te...

Anonimo ha detto...

ne abbiamo un altro ^
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comunque. Iniziando a leggere la recensione mi ero fatto l'idea che il film non ti fosse piaciuto, invece concludi in senso contrario.
l'imbecille al cinema, credo sia una costante di tutte le sale. forse si tratta di persone appositamente pagate dal gestore della sala, per intrattenere...
credo che se non avessi letto la tua recensione, mi sarei fatto scivolare sotto il naso questo film (il cui titolo, evidentemente, non c'azzecca nulla).

Anonimo ha detto...

Sono molto indecisa se andare a vederlo al cinema o meno, vabè nell'indecisione attendo....
Ale55andra

Anonimo ha detto...

Mi incuriosisce molto questo film anche perchè questo genere di commedie mi soddisfa sempre, mi rallegra, mi mette in pace col mondo. Ti farò sapere se riesco a vederlo.
(Ho sempre sottovatutato il mio giubbotto...)

Ciao,
Lorenzo

Anonimo ha detto...

OT: daneil, dove trovo il codice del tuo banner (che ho visto su cinedelia)? vorrei inserirlo su settimaarte

OFFICINADIAZ ha detto...

è inevitabile scontrarsi con la mediocrità del cinema contemporaneo. è altrettanto inevitabile sconrarsi con dei film sufficienti che rischiano, causa l'appiattimento creativo (odierno), di diventare addiruttura delle pellicole degne di nota, delle "chicche". Competenze a parte, dove stiamo andando? noi, pseudo cinefili o critichini della domenica? è giusto dedicare tempo e spazio ad autori sufficienti... evidentemente si.
Bella recensione, concordiamo con la voglia di commedie tout court...

Ma è proprio vero che bisogna star "male" per apprezzare l'allegra spensieratezza (cinema leggero?) che molti "capolavori" ci/si precludono in favore di una pedanteria intellettuale (cinema impegnato?) sempre più ambigua???

Scusate l'intrusione,
Officinadiaz.

Anonimo ha detto...

Anche il cinema di Ronco Briantino mette il cartello davanti a una rotonda, sulla Statale che porta alla Tangenziale... sai che bello andare in bici a controllare... ora che ci penso li mettono su internet, ma non c'è il rischio!
Ciao!

Deneil ha detto...

@anonimo:grasssieee!
@Mario:il titolo è la classica bell'invenzione dell distribuzione italiana..se ti capita anche solo in dvd vedilo, merita secondo me!per quanto riguarda il banner ora ti stupirò.....quel banner l'ha creato filippo di cinedelia!prova a chiedere a lui se ne ha ancora traccia...e grazie per l'interessamento!
@alessandra:non è un film obbligatoriamente da cine puoi aspettarlo in dvd!
@t3nshi:mai mai mai sottovalutare il proprio giubbotto!
@officinadiaz:mmmmmm risponderò al mio ritorno dato che tra tre ore parto e non ho ancora fatto le valigie...è un osservazione interessante...
@tommaso:ma vuoi mettere la soddisfazione di vedere la locandina col brivido?

Luciano ha detto...

La tua recensione mi incuriosisce molto. Avevo deciso di saltarlo e vederlo su DVD... adesso ci devo pensare.

Anonimo ha detto...

Di solito, quando in una locandina i rimandi a film precedenti superano i nomi degli attori (e questa volta si sono superati citando pure LITTLE MISS SUNSHINE in cui la Blethyn non c'è), mi metto sul chi va là perchè l'80% delle volte si tratta di stronzate! ^^ Questo mi incuriosiva solo per la Blethyn e perchè arriva dal Sundance, ma alla fine non sono andato a vederlo! Lo recupererò senz'altro in dvd!!

Anonimo ha detto...

necessita di verificare:)

Anonimo ha detto...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu