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I Finley.
Si.
Quelli che a Sanremo lui si è presentato con il guantino nero sulla mano e i capelli sbarazzini e cantava una nenia che neanche mr “io faccio solo Sanremo e poi sparisco nell’iperspazio” Zarrillo ha mai pensato di cantare.
Quelli che “yeah, noi siam i Finley, facciamo rrrrrock e siamo la nu sensation italiana”.
Quelli che il cantante si chiama Pedro e un’altro non voglio saper per quale motivo si fa chiamare Ka ke già kon quella kappa kapisci a ki si può rivolgere un gruppo del genere (Kollioni?).
Quelli che quando li senti alla radio dici: “Ma possibile che qualcuno ascolti sta roba?” e poi senti le bimbette fans che urlano “Siiiii Pedro sei un ficoooooo, yuuuu, yeeeee, yaaaa”.
Quelli che un giorno ti domandi se sei tu che sei demente e non sai star al passo coi tempi oppure davvero i Finley son il gruppo per i ragazzini di oggi come gli 883 (parlando di Italia) potevano esserlo per quelli degli anni 90.
Quelli che un giorno esci dal giapponese in dolce compagnia convinto di andarti ad accoccolare su un divanone con qualche buon film e senti qualche nota nell’aere (come sono aulico….no ho appena completato un cruciverba!)
E lo vedi.
Il manifesto.
Loro.
I Finley.
In Alessandria.
A 100 metri dal giappa.
In piazza.
E ancora non ci credi.
Pensi che ovviamente saranno a pagamento.
Che si son i Finley ma proprio perché son loro si potrebbe benissimo far pagare un biglietto a quelle bambinette che li andrebbero a vedere anche vendendo la loro amica del cuore.
“Salve un biglietto per i Finley quant’è?”
“20 euro o un’ amica del cuore”
“Maaaaammaaaaa mi dai 20 euro per i Finley???”
“……………”
“Prego tenga pure la mia amica del cuore, io voglio vedere Ka! Ka tiiii aaaamooo!”
E invece no.
I Finley in piazza in Alessandria sono gratis.
E ti giri verso di lei e la vedi quella luce negli occhi, quel sorriso da “Lo dobbiam fare, li dobbiam sentire!”
Sono i Finley.
Quando ti capiterà di nuovo di averli a disposizione gratis?
Cerchi una birra nell’attesa e non la trovi.
Poi ci pensi.
Sono i Finley.
Vuoi che ci sia della birra?
Loro vendono adrenalina 100%.
Ma solo dal vivo.
E questa sera la regalano.
I Finley.
Che quando senti il gruppo che apre (con un nome lunghissimo inglese assolutamente inricordabile (il dizionario di italiano è nella lista delle cose da fare per il prossimo anno mi dispiace) per la mia memoria da passerotto con l’alzhaimer (e ci apro anche un'altra parentesi per simpatia)) pensi anche che magari sei stato un coglione tu.
Che in realtà i Finley son davvero un buon gruppo rock.
Perché le spalle ci sanno fare.
Con un mescolone di Lost Prophets e sonorità “nu metal in decadimento” (oh yeah, son un critico musicale e mi invento dei generi nuovi ogni giorno) sanno prendere il pubblico con canzoni sconosciute, sanno farlo saltare, batter le mani e si muovono bene sul palco.
E pensi che se la spalla è così allora i Finley dovranno essere davvero bravi.
Saluto d’ordinanza, “comprate il nostro primo cd a 5 euro, Alessandria è bella, voi siete un pubblico caldissimo, io son un coglione che dico frasi fatte ad ogni fine concerto” e via gli strumenti delle spalle.
La batteria Finleyana è già pronta.
I roadies dei Finley scattano in fretta e furia per attaccare cavi e cavetti e cavettoni e il microfono e la chitarra e il basso e questo e quello mentre tu sei li che ti chiedi come possano esserci persone che lavorano per quei quattro ka(zzoni) che aspettano di salire sul palco.
Ma niente pregiudizi.
Magari sono bravissimi ti dici.
Magari sono bravini ti ripeti.
Magari sono decenti.
Magari sanno prendere una chitarra in mano.
Magari magari.
Magari.
Magari se non ci fosse una voce altisonante fuori campo ad introdurre i 4 il tutto sembrerebbe molto meno ridicolo.
Siete i Finley per la carità di Dio!
Che l’ultimo concerto che ho sentito con la voce altisonante ad introdurre il gruppo eran gli Iron Maiden
Che già li risultava abbastanza eccessiva.
Ma sai, sono i Maiden, suonano da 30 anni, hanno milioni di concerti alle spalle, più di 20 album sul groppone, son nati negli anni ‘80 e sono uno dei più importanti gruppi metal al mondo.
Glielo concedo anche.
Ma che 4 dementi dell’85 che cantano “voglio viveeeereee un sogno irrealizzabileeeee senza limiteeeee” salgano sul palco con una voce che annuncia l’inizio di un viaggio incredibile con loro….si ok sono buono e cerco di non giudicarvi prima e tutto quello che volete….ma la voce altisonante fuoricampo no!
Ma non farti prendere dallo sconforto.
Guardalo il Pedro che salta giù dalla postazione della batteria come solo un vero rocker (che il pc mi corregge in cocker forse senza sbagliarsi di molto) sa fare.
Ammira il suo guantino nero.
Yeah, siamo i Finley, mica cazzi.
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Yeah.
Che inizia a cantare e improvvisamente credi che il tuo udito sia completamente andato.
Perduto per sempre.
Vedi quel tizio sul palco che si scatena (si cioè salta…saltella…cammina avanti e indietro…va bene: sta fermo e apre la bocca... ma non troppo) e senti il suono di un gatto miagoloso che esce dalle casse.
Forse no.
Forse è una papera che starnazza.
Forse il tuo cervello è definitivamente andato.
Poi lo devi ammettere: non ci credi ma lo devi ammettere.
Quella è la voce di Pedro.
Pedro e il suo guantino nero.
Oh Yeah.
E quella cosa sotto che fa gna gna gna gna gnaaaaa gna gna gnagnagnagna gnaaaaa è la chitarra.
E il blem blem è Mastrota che gioca con le pentole della Mondial Casa.
Ah no.
È il batterista.
E poi c’è il basso….forse…io non lo sento.
Miao miao miaaaaao, meoooo sgnaaaa, gna gnagnagnagna, sblem sblem sblem.
I Finley sono sul palco.
E finalmente lo puoi dire: ma quanto cazzo fan cagare?
Tanto.
Ma tu lo immaginavi.
Non sei andato li per sentire i Finley.
In quell’occhiata di prima c’era tutto quello che due persone diverse tra loro non capirebbero nemmeno se si urlassero in faccia per mezz’ora.
Tu non sei li per sentir i Finley.
Tu sei li per i Finley.
Che è ben diverso.
Tu sei li per il fenomeno Finley.
Quello che le ragazzine fanno “yeeee, yaaaa, yuuuu, Ka ti aaaaamoooo”.
Quello che ti giri verso un lato e vedi le ragazzine esaltate, saltellanti, con le mani in alto a urlacchiare con voce squillante ogni pezzo storico (????) dei Finley mentre dall’altro lato vedi qualcosa che pochi gruppi hanno il privilegio di avere.
I fan anti-Finley.
Un gruppetto di ragazzetti che si credon un po’ i Sex Pistols, un po’ gli alternativi più alternativi di Alessandria con un cartellone enorme dei Finley con le corna disegnate con scritto qualcosa come “GRUPPO ANTI-FINLEY, FIRMARE QUI PER ADERIRE”
E per un attimo sei tentato di aderire.
Per un attimo ti sposti verso di loro per andar a firmare e alzare il dito verso Pedro.
Poi ci ripensi.
A 16 anni magari lo potevi anche fare.
Quando come mr Sex Pistols ti sentivi l’alternativo più alternativo del paese, quando dicevi: “Ma vaffanculo i Finley! Son un gruppetto delle palle per le mie compagne truzze deficenti”, quando eri quello che “Io ascolto solo il punk vero e yeah sono un alternativo perché mi tagliuzzo le braccia” allora si.
Allora potevi andare nel gruppo anti-Finley.
Ma a 22 anni un po’ ti fa ridere.
Ti fa ridere che magari un tempo eri così e snobbavi tutto e tutti e se uno un giorno si metteva le nike “Guarda che truzzo, io metto solo le Vans/qualsiasi altra marca di scarpe da alternativo”, ti fa ridere vedere i ragazzetti incazzati con Pedro a urlare: “sei proprio un coglioneeee” e ti fa ridere anche quanto si preoccupano nella loro alternatività di farsi vedere come quello che loro stessi chiamerebbero un truzzetto qualsiasi.
Ti fa ridere che non se ne rendono conto ma sono alternativi quanto lo è quello con le Nike.
Che si ok: molto meglio loro del milanese con le scavpe di Pvada e la camicia di Cavalli e chissà quale altra milanesata ma come ogni eccesso loro stessi rischiano di cadere nel ridicolo.
(Ti fa ridere che critichi e critichi Den ma tanto sai benissimo che tu sei ancora così…magari non proprio a quei livelli ma…)….Via dalle palle voce della coscienza!
Ma hanno 16 anni.
E se non sei un po’ coglione a 16 anni, allora si, sei davvero un grandissimo coglione.
Chi vuol intendere intenda.
Io mi sono capito.
Sei quasi li nel gruppo degli anti-Finley e senti che di andar ad alzar il dito con il musone incazzato verso Ka e Pedro non ne hai assolutamente voglia.
Sei ad un concerto.
Dei Finley, gratuito, in piazza in Alessandria e tutto quel che volete.
Ma ad un concerto.
E in un concerto ci si diverte.
Non ci si mette né in fondo a far i musoni e parlar di macchine ne in un angolo a rompere i coglioni dicendo che “sai non suonano tanto bene, sono un po’ così blablablabla”.
Ad un concerto ci si diverte.
Persino coi Finley.
Inizi a saltellare, urlacchiare, imitare le piccole fans che “uuuuu, aaaaaaa, yeeeeeeee” e mentre diventi sordo per una cassa troppo vicina vedi il gruppo anti-Finley che ti guarda malissimo, tu e la tua ragazza che vi scatenate al ritmo dei Finley.
Loro vi guardano malissimo e voi dentro ve la ridete di gusto.
A vedere le loro facce musoneggianti mentre tu sei li che canti “Un sognoooo irrealizzabileeeeeee” e batti le mani a tempo con Pedro quando Pedro dice letteralmente “ora tocca a voi” manco avesse dei focomelici di fronte (questa la prendo a prestito da qualcuno che non mi legge ma li ringrazio lo stesso tutti quanti).
Cerchi di non pensare che “s’inkazza” (con la k, loro eran già avanti) degli 883 aveva un testo molto più profondo di qualsiasi minchiatina positivista dei Finley.
Cerchi di non pensare che in qualsiasi modo li si guardi sembrano un gruppo costruito a tavolino da qualche discografico con un occhio sull’emo-pop internazionale.
E costruito a tavolino è un eufemismo.
Cerchi di non pensare a Pedro che non sa cantare, a Ka, Dani e l’altro suonatore di pentole che non san far due note diverse che sian due.
In quel momento pensi solo a divertirti.
Nel momento successivo pensi solo a quanto sei rintronato dalla cassa e quanto eran ridicoli loro sul palco.
In macchina, mentre te ne ritorni a casa, pensi solo a quanto poco importi la situazione.
Conta solo con chi.
VOTO: si vabbè poi? Godetevi un pezzettino di concerto piuttosto....