Dev’essere una particolarità tutta degli anni ’90 quella di generare remake incredibilmente inutili di capolavori degli anni 60.
Non tanto brutti, inguardabili, osceni e senza rispetto per l’originale.
Solo e semplicemente inutili.
Cominciamo da lontano: qualche anno fa un gruppo parecchio famoso, il cui leader se ne andava in giro bullandosi del suo cappellino rosso girato al contrario e dei suoi pantaloni a tre quarti, pensò bene di realizzare una cover di un vecchio pezzo degli Who.
Era alla fine dei suoi anni d’oro, siamo d’accordo.
Il tipo col cappellino rosso, superati ormai i 30 anni, pensò a lungo ad un metodo per liberarsi di quell’immagine da teenager numetallaro troppo cresciuto e comprese che l’unica alternativa alla trasformazione in vecchio emogay (linkin pork docet) era la composizione di un ballatone strappamutande da fattone grunge.
Ma tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare, in questo caso quello dell'ispirazione: tale Fred non teneva conto che la sua (se mai ne avesse avuta una) era andata a farsi fottere a forza di motherfu%&er e sh%&t e c%&k e blablablafu%&er vari.
Pensò bene a quella cover quindi, Behind Blue Eyes degli Who.
Fosse stata una canzone sua, nessuno avrebbe avuto nulla da dire sulla riuscita del pezzo, ma di rifacimento si trattò e quindi di confronto si dovette parlare per forza di cose.
Cos’era e cos’è la Behind Blue Eyes dei Limp Bizkit rispetto all’originale degli Who, se non una versione acustica e tranciata di netto sul finale strumentale elettrico, rispetto all’originale?
Niente di più e, anzi, molto di meno.
È una versione scialba e senza mordente di una song (quanto fa gggiovane dirlo) che puntava a essere sicuramente molto più di una semplice ballata, proprio grazie a quel finale volutamente fuori posto.
È, in sostanza, una cover inutile.
Ora prendete tutta quest’immensa introduzione e mettete come termini di paragone l’originale Notte dei morti viventi di Romero e il remake di Tom Savini oppure, se il gioco vi diverte, l’originale Psycho e quello di Gus Van Sant.
Non voglio stare a ripetere nuovamente ciò che dissi per Psycho nella sua recensione e quel che ho appena scritto qui sopra per Behind Blue Eyes.
Semplicemente il film di Tom Savini è una pellicola totalmente inutile.
Si può discutere a lungo sulla pessima qualità degli attori rispetto all’originale, ma quel che più salta agli occhi è semplicemente la futilità di questo remake.
Savini non è Romero così come Van Sant non è Hitchcock, dovrebbe bastare questo.
Ma il mondo vuole delle spiegazioni per tali ignobili operazioni e si finisce così con lo spacciare come omaggi delle scopiazzature riuscite male, riproduzioni sbiadite di capolavori che sono tali per un amalgama di elementi difficile, se non impossibile, da ricreare.
Ha voglia il nuovo regista di indurire il carattere della protagonista, di cambiare di una virgola il finale e di anticipare quella presa di coscienza degli zombie che in Romero avverrà (rispetto all’originale “Notte dei morti viventi” ed era già avvenuta nel 1990) solo con “Zombi” e “Il giorno dei morti viventi”, ma il risultato non cambia.
I colori tolgono fascino alla storia originale, gli attori di pessimo livello certamente non aiutano e pensarla come una pellicola fortemente voluta da Romero per recuperare qualche soldo dalla perdita dei diritti dell’originale “Notte dei morti viventi” fa venire anche un po’ di tristezza, a dirla tutta.
Film inutile non come la maggior parte dei remake, ma come solo questi “omaggi” sanno fare, e che di certo non da lustro a quei vecchi morti che camminano Romeriani che già nel 1990 non impressionavano più di tanto: lenti, goffi e in più di un’occasione ridicoli (a chi protesta: “Ma ormai lo scopo di Romero non è più spaventare ma solo criticare attraverso queste figure”, dico semplicemente che nei primi due film della saga è già detto tutto).
Se già con “Il giorno dei morti viventi” il regista degli zombies aveva perso una buona occasione per smetterla con i suoi living dead, con questo remake, di cui si fa produttore e cosceneggiatore, non fa altro che cadere più in basso.
Passerà più di un decennio per rivedere Romero direttamente all’opera con le sue amate creature ciondolanti ne “La terra dei morti viventi”, un’ idea senza dubbio migliore ma realizzata, forse, nel peggiore dei modi.
È il caso di dire: “Lasciateli riposare in pace”?
GENERE: horror
ANNO: 1990
REGIA: Tom Savini
UNA PAROLA: Inutile e brutto
VOTO: 3,5
3 commenti:
In attesa di nuovi post sto leggendo-rileggendo tutto il tuo blog. Non commento tutto, anche perché forse non ti interessa il mio punto di vista su scritti forse un po' vecchi, ormai.
Il remake fa schifo.
Solo, a me è piaciuto anche Il giorno degli zombi, ho detestato il quarto capitolo di cui ho rimosso il titolo, amato Diary of the dead (non un capolavoro ma almeno c'era più di un motivo per tornare a zombeggiare) e l'ultimissimo sarebbe stato una vergogna per un regista nuovo, per Romero è proprio un lavoro indegno, schifido e banale.
Just questo, insomma.
Effettivamente potevo anche non commentare ma è stato più forte di me.
ciao Alice...cosa sei andata a ripescare??vedo che mi hai lasciato un commento anche da un altra parte..so che dovrei aggiornare..di film ne vedo, se possibile, ancora più di prima, ma non voglio sprecare lo spazio del blog con cose poco """"""ispirate"""""""...mi son riletto tutta la recensione..non so se è una cosa normale ma non mi piace mai rileggermi..cambierei un centinaio di cose..la riscriverei da capo..mi fa male rileggere..comunque dicevamo??
ah ecco Romero..dunque..che dire?La terra dei morti viventi (quarto capitolo) secondo me non aveva un idea malvagia..dimostrava però l'incapacità di far qualcosa con i grandi budget da parte di romero..negli ultimi tre mesi ho poi visto gli ultimi due capitoli..premetto una cosa: prima di vedere Survival of the dead mi chiedevo cosa ci fosse di salvabile in Diary..mi sembrava un film stanco esattamente come il precedente, con la scusa della telecamera a mano...poi ho visto Survival of the dead e ho capito tutto. Romero è morto.Diary of the dead è stato il suo ultimo film (un film tutto sommato non male per quello che aveva diretto "la terra dei morti viventi") dopo di che un uomo di merda (intendo composto di particelle di merda, scusami la raffinatezza) l'ha sostituito per girare uno dei più brutti film che io abbia mai visto, cose che "Dylan Dog" sembra un film girato da uno col cervello a confronto.Insomma Survival è orrendo. Qualche mese fa ho visto anche l'ultimo di Carpenter trascinando la mia ragazza in sala...mi son vergognato per lui e per me.
Sinceramente il remake de"La notte dei morti viventi" non è così male come in molti dicono, anzi è uno dei miei horror preferiti di sempre e lo preferisco all'originale. Però sono d'accordo che la maggior parte dei remake sono inutili, ma ci sono delle eccezioni.
Posta un commento