mercoledì 8 agosto 2007

AELITA- THE QUEEN OF MARS

Se qualche tempo fa (anche solo un anno!) qualcuno mi avesse chiesto se volevo guardare un film muto in bianco e nero sovietico del ‘24 credo che avrei inforcato un paio di occhiali neri e avrei fatto finta di essere cieco.
Perché?
Semplicemente per un motivo: non ne avevo la benché minima voglia.
E ora cosa è cambiato?
Ci credete se vi dico che non è la più pallida idea? Se mi guardo indietro non vedo nessun evento significativo che mi possa aver fatto cambiare così drasticamente idea, solo la semplice umana (e forse un po’ personale dato che mi è successo così anche in musica) curiosità di sapere cosa c’ è alle origini.
Cosa c’ era prima dei kolossal degli anni 2000 tutti pieni di effetti speciali ambientati nello spazio? E prima di certe apocalittiche visioni anni ’80 colme di azione a non finire?
E prima di certa fantascienza culturale degli anni ’60 e ’70 (un titolo per tutti: “2001 Odissea nello spazio”)?
E prima della science fiction anni ’50 tanto banale quanto piena zeppa (non in tutti i casi certo, a volte si esagera nel dare significato a cose insignificanti!) di significati nascosti? (E viva le ripetizioni tanto odiate dalle professoresse e maestre di ogni scuola!).
Eccoci arrivati.
Siamo all’ inizio del secolo passato ( fa sempre la sua bella figura dirlo!) quando tale Méliès (un tizio che ha semplicemente inventato gli effetti speciali, il cinema di fantascienza e se vogliamo quello horror) dirige un certo “Viaggio nella Luna”, considerato il primo film di fantascienza.
Falsa partenza! Questa è un’ altra storia (quindi un’ altra recensione!).
Siamo invece nel ’24 quando viene prodotto il primo kolossal sovietico di fantascienza nonché quello che può essere considerato a tutti gli effetti uno dei primi lungometraggi del genere.
Di durata di poco inferiore alle 2 ore, il film è tratto da un romanzo di Aleksej Tolstoj (che attenzione non è quello originale ma quello taroccato, solo lontano parente con il grande Lev Tolstoj!) scritto nel ’22, ma ne perde alcune caratteristiche.
Se il libro era principalmente un’ opera di fantascienza con sullo sfondo la situazione politica Russa dell’ epoca, il film è esattamente l’ inverso: una storia che prende la fantascienza come strumento per raccontare la storia Russa (o quel che si voleva far credere esserlo) del periodo.
Qualcuno ha per caso detto film di propaganda?
Nooo, ma neanche un po’!
Gussev, uno dei protagonisti della pellicola, dopo varie peripezie riesce ad andare su Marte e sul posto incita gli schiavi lavoratori marziani congelati in celle frigorifere a ribellarsi al duro regime di Tuskub (che assomiglia leggermente a un perfido Zar).
“Unite into a family of workers in a Martian union of Soviet Socialist Republics”
“The freedom of speech put an end to thousands of years of slavery on Mars”
Una scena in cui compare la scritta 25 ottobre 1917 seguita dalle immagini di un uomo che si libera dalle catene e da un’ altra in cui viene prodotto con il duro lavoro il falcetto simbolo di un’ intera nazione.
Vi sembra propaganda a voi? Certo che siete proprio malfidenti!
Ma, come dice qualche vecchio saggio, c’ è sempre un ma.
In questo caso c’ è da considerare ad esempio il fatto che, al di la della propaganda, ci si trova davanti a un gran film: la storia di Loss che riceve un segnale incomprensibile alla radio (Anta Odeli Uta, primo esempio nel cinema di quella che sembra essere una lingua extraterrestre) e decide di recarsi su Marte dove immagina che risieda la regina Aelita capace, grazie ad un telescopio inventato da Gor, di vedere tutto ciò che accade sulla Terra, è stata a dir poco saccheggiata da migliaia di film di genere e non che sono venuti dopo.
Se poi si prende in esame la storia di Loss, geloso della moglie e del viscido Elrich, che viene messa in parallelo con la storia d’ amore tra lo stesso protagonista e Aelita (addirittura con alcune memorabili scene sul finale in cui il personaggio della regina viene sostituito in brevi sequenze da quello della moglie) allora si comprende davvero tutta la grandezza di questa pellicola.
Un finale fantastico quanto spiazzante riutilizzato decine di volte in altre pellicole (se volete rovinarvi la sorpresa andate pure su wikipedia ma io lo sconsiglio sempre), uno scambio di persona (quello tra Loss e il collaboratore Spiridonov) semplicemente epocale, un’ inattesa comprensione di quella che sembrava essere una lingua aliena (e qui non ditemi che non avete mai visto una pellicola utilizzare lo stesso uguale identico espediente!), una visione degli abitanti di Marte come freddi esseri incapaci addirittura di baciarsi e per questo gelosi dei Terrestri e delle loro emozioni (e anche qui prolificano le storie ispirate a ciò!): Aelita è tuto ciò e molto di più.
Se non bastasse la rappresentazione della Russia comunista (che seppur idealizzata risulta comunque abbastanza verosimile), la storia fantascientifica ambientata prima sulla Terra e poi su Marte saccheggiata da altri cento film e la tormentata storia d’ amore tra Loss e Natasha ecco che, al calderone, si aggiunge una parte comica, rappresentata dall’ aspirante investigatore Kravtsov capace di farci ridere con sole due o tre scenette tanto brevi quanto divertenti.
Se a un film capace di mescolare così tanti ingredienti insieme senza stancare nè risultare banale (oggi quando vengono tentati certi esperimenti di commistione tra generi vengon fuori al 90% delle pellicole ignobili) aggiungete attori dalla straordinaria mimica facciale (e come potevano non esserlo nell’ epoca del muto?) come Nicolai Tsereteli (Loss), Valentina Kuindzij (Natasha) e Pavel Pov (Elrich, viscido e disgustoso come pochi! A me ricorda un po’ Vermilinguo del “Signore degli Anelli”) non potete che inchinarvi di fronte a un vero e proprio capolavoro.
Certo, non vi vengo a dire di guardarlo dopo una peperonata o un pranzo da matrimonio perché due ore di film muto dopo certe esperienze farebbero addormentare anche un cavallo ma vi assicuro che, se una sera volete godervi una pellicola storica con molte pretese (si, le pretese di essere un gran film ci sono da parte dei produttori e del regista e si vede), allora andate sul sicuro: Aelita, sono certo, non vi deluderà!
REGIA: Yakov Protazanov
ANNO: 1924
GENERE: Fantascienza, propaganda
VOTO: 9
QUANTO POTETE GIOCARE A TROVARE SCENE E TEMI RIPRESI E TRATTATI IN ALTRE PELLICOLE: 10
CONSIGLIATO A CHI: Ama il cinema muto e i suoi straordinari attori, ama la fantascienza primordiale, apprezza un film di due ore in cui accade tutto e nulla (se confrontato ai film di oggi).

4 commenti:

FiliÞþØ ha detto...

bè...di questo film non ne sapevo assolutamente niente, ma dove lo hai pescato?^^
Però mi incuriosisce molto, vedrò di procurarmelo al più presto.
Anch'io qualche anno fa, di fronte ad un film del genere, avrei subito spento la televisione...ora invece impazzisco durante la visione di capolavori come "Nosferatu"...quella per il cinema e una passione abbastanza recente, ma come tutte le passioni, ti porta a vedere le cose con occhi nuovi...penso sia così anche per te...

Deneil ha detto...

bella domanda..l' ho pescato per caso leggendo un qualcosa su metropolis, si dice (ed è vero in effetti) che le scenografie di metropolis sono in qualche modo ispirate a questa pellicola.
A breve ovviamente recensirò anche Metropolis di cui ho visto solo spezzoni.
Ancora una volta siam in accordo, anche la mia è una passione abbastanza recente (accompagnata da quella più "vecchia" per la musica rock)che mi sta portando verso un' altra visione, del cinema (sto rivalutando cose a cui non avrei mai pensato prima come questo film) e non solo.

Luciano ha detto...

Mi piace la tua recensione piena di informazioni e di osservazioni acute e utilissime. Aelita è certamente un capolavoro. Anche se film di propaganda, contiene già in sé tutte immagini e le idee dei film di fantascienza che verranno.
Grazie per avermi linkato.
A presto.

Deneil ha detto...

Felicissimo di aver trovato una persona che ha visto questo film!Ora posso davvero dire che non me lo son sognato!Grazie dei complimenti!