mercoledì 4 luglio 2007

WANDAFURU RAIFU- AFTER LIFE


Dopo la vita.
Quanti libri, film, canzoni, programmi tv, pubblicità avete letto, ascoltato, visto sull’ argomento? Sono più credibili Bonolis e De Laurenti con il loro caffè o il racconto dell’ ultimo viaggio dell’ insaziabile Ulisse? Non credete a nessuno dei due? Bene, perché potrebbe essere tutto diverso.
Immaginate: uomini, donne, bambini entrano da una porta al di là della quale c’ è solo nebbia e vengono indirizzati a una stanzetta da una donna in portineria. Qui si entra uno ad uno e spetta a un giovane ragazzo (tale Shiori) dare la brutta notizia : “You died yesterday”.
Nessuno è particolarmente sconvolto, qualcuno chiede dubbioso dove sta l’ Inferno, se dopo la morte ci sia solo questa misera cascina tra i boschi, così il ragazzo prosegue con le spiegazioni: oggi è lunedì ed entro mercoledì ognuno dovrà scegliere il migliore ricordo della propria vita, dopo di che si lavorerà per riprodurre questo momento in cui il defunto interpreterà se stesso come se fosse la scena di un film, sabato la pellicola prodotta sarà visionata dal protagonista della vicenda che potrà così entrarvi e passare l’ eternità nel momento più felice della sua vita.
Niente fantasmi costretti a compiere buone azioni per andare in Paradiso, niente anime dannate per l’ eternità, niente di niente. Solo la scelta di un meraviglioso ricordo. Solo? I più sono dubbiosi sulla scelta: tra un viaggio a Disneyland, un incontro con i soldati Americani e chi, come Ichiro (l’ altro protagonista della pellicola), è incapace di scegliere nonostante affermi di avere avuto una vita felice, rendendosi conto solo più tardi di avere vissuto semplicemente “così così”.
Hirokazu ci mostra tutto ciò con una regia quasi documentaristica per i piccoli movimenti imprecisi tipici di questo genere, per la quasi totale assenza di una colonna sonora e con un cast costituito non solo da attori ma anche da gente comune.
Già perché quello che stupisce in questa pellicola non è solo l’ originale trama a cui si intreccia una storia d’ amore d’ eccezione (niente scene strappalacrime, qui siamo su un altro livello), ma anche il modo in cui il regista ci offre il tutto in maniera più che realistica: piccoli particolari come il cartellino che indica il bagno occupato o la Luna piena osservata da Shiori che si rivela infine un semplice effetto di scena ci fanno notare come tutto sia estremamente vero ma al contempo tutto sia finzione.
Vero proprio come gli effetti per il “making of” dei ricordi (senza dubbio tra i momenti migliori della pellicola), veri e propri film dentro il film. Per rendere in modo realistico una scena in tram, ad esempio, alcune persone fanno oscillare il veicolo fermo, mentre una musicassetta e alcuni rumoristi riproducono i rumori della città. Effetti d’ altri tempi, niente blue screen o tecnologie incomprensibili ai più, “solo” un meraviglioso cinema artigianale.
Finto esattamente come può esserlo un ricordo, modificato dagli anni, abbellito sempre più fino a farlo diventare il miglior ricordo della nostra vita.
In attesa dell’ ennesimo remake americano senz’ anima con location straordinarie, effetti speciali costosissimi e attori strapagati (ma nessuno è paragonabile alla vecchina adorabile amante della natura di questa pellicola), godetevi questa pellicola, metafora del potere del cinema di rendere immortale un singolo momento.
ANNO: 1998
REGIA: Hirokazu Kore- Eda
GENERE: Sinceramente non saprei, ditemi voi!
VOTO: 9
QUANTO è SUPERIORE AL 90% DELLE PELLICOLE SU PARADISO, ANGELI E VITA EXTRATERRENA: 9
CONSIGLIATO A CHI vuole avere finalmente qualcosa di originale tra gli innumerevoli remake, biopic e film tratti da fumetti e libri di Hollywood.

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