martedì 31 luglio 2007

THE BREAK UP- TI ODIO, TI LASCIO, TI...


Se avete mancato di leggere la mia recensione di Prime ( peraltro pellicola davvero piacevole!) ve lo dico ora: non apprezzo la commedia romantica.
Se a questo aggiungete un orrido titolo italiano (ma un giorno conoscerò qualcuno di questi titolisti e giuro che mi vendicherò per tutte le storpiature che mi tocca sopportare!) potete immaginare la mia voglia di vedere questo film.
Mi siedo rassegnato e pigio play, sperando con tutto il cuore che la mia ragazza ci abbia azzeccato per l’ ennesima volta (anche se “Mr e Mrs Smith” mi sta ancora un po’ qui!).
Un incontro occasionale in uno stadio, il corteggiamento, la felice vita di coppia raccontata con le solite foto da fidanzatini felici piene di sorrisi e dolcezze: la storia è finita, tutti a letto!
No! Stop! Alt!
Se nella classica commediola tutto ciò occuperebbe un’ ora e mezza (quando va male anche due!) di pellicola, qui passa tutto in 5 minuti: ha inizio il vero film, quello che racconta la crisi e il successivo quanto graduale allontanamento di Gary e Brooke.
Lo so: state pensando a quanti drammoni o finte commedie ci sono sull’ argomento ma qui, credetemi, c’ è qualcosa di diverso.
Non sembra di assistere ad una stupida e banale separazione da film, di quelle tutte urla, battibecchi, scenate teatrali e ridicola risoluzione finale. Il regista (Peyton Reed) riesce, grazie ad un ottimo soggetto scritto dallo stesso protagonista del film, Vince Vaughn, a darci un’ idea di quello che può significare per una coppia spaccarsi letteralmente in due.
Non si tratta di prendere un filo e spezzarlo in due in un nanosecondo, si tratta di prendere un fascio di fili elettrici e cercare di strapparli tutti in una volta, senza riuscirci, con il conseguente passaggio di una minima scossa elettrica fino a quando l’ ultimo filo non è reciso.
Dopo una cena con gli insopportabili quanto caricaturali parenti di lei ci si rende conto che non tutto va per il verso giusto: le foto tutte sorrisi e abbracci sono solo una faccia della medaglia, perché, come in tutti gli album fotografici di famiglia, mancano quelle foto venute male, nascoste dietro ad altre con sorrisoni a 32 denti.
La vera crisi sembra iniziare per uno stupido rifiuto di Gary di lavare i piatti ma pian piano che la pellicola prosegue si comprende quanto le basi del rapporto fossero già corrose prima dello scossone finale.
Da questo momento ha inizio quella che si può definire la parte più leggera del film (è assurdo ma è così!), un continuo tentativo dei due di riavvicinarsi all’ altro senza mai riuscirci: si sbaglia il modo (si cerca di ingelosire l’ altro), si sbaglia il tempo (quando lei lo rivuole lui è ancora diffidente e viceversa), si parla, in definitiva, una lingua diversa.
I lunghi anni passati insieme non bastano per comprendersi: i due credono i conoscersi alla perfezione ma in realtà conoscono solo le foto più belle, quelle messe in bella mostra per l’ altro in modo che tutto sembri combaciare alla perfezione.
Quando Vaughn e la Aniston tirano fuori ciò che non hanno potuto esibire per anni all’ interno di un splendido rapporto in realtà limitante per entrambi è la fine: entrambi vogliono essere accettati per tutto quello che sono ma entrambi vorrebbero ritrovare lo stesso rassicurante partner pre- crisi.
Se a tutto ciò aggiungete un’ assurda situazione in cui i due si ritrovano a vivere da separati in casa (lui con tutta la sua testardaggine sul divano e lei con tutti i suoi pianti sul letto), allora tutto si fa estremamente più difficile.
Se vi state chiedendo dove sta la commedia in tutta questa tristezza vi posso assicurare che l’ elemento comico è presente, soprattutto grazie ad uno straordinario Vince Vaughn, sempre brillante e spontaneo e ad una Jennifer Aniston adattissima al genere con quel suo sorriso felice e malinconico allo stesso tempo, ma io non sono dell’ umore adatto per sottolinearlo a sufficienza.
Ora provate a prendere un fascio di fili molto sottili e a strapparli tutti insieme, sono sicuro che alcuni rimarranno intatti, magari non quelli esterni in piena vista ma alcuni all’ interno si, ne sono sicuro.
REGIA: Peyton Reed
ANNO: 2006
GENERE: Commedia romantica (ma non troppo)
VOTO: 7,5
QUANTO è UN SEX SYMBOL VINCE VAUGHN: 2
CONSIGLIATO A CHI: Vuol passare una bella serata rilassante riflettendo su quanto può essere dannoso un rapporto basato sulla falsa felicità.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Non l'ho visto... ma sai che mi hai convinto? Se non dovessi studiare lo scaricherei per stanotte! ;)

Deneil ha detto...

Studiare?ma siamo al2 di agosto!ma guardati questa commedia e non studiare!guarda che a studiare troppo ci si ammala non te l' ha detto il dottore?be a parte gli scherzi sono onorato dal fatto di averti convinta!

Anonimo ha detto...

Questo film non è dispiaciuto neanche a me lo sai?
In fin dei conti tenta di far ridere su un dramma, il che non è poco.
Un saluto!
Neville

Deneil ha detto...

quando trovo un commento su un post così vecchio mi fa sempre piacere..significa che qualcuno è andato un po' più a fondo (magari anche casualmente) del mio piccolo blog!comunque film davvero piacevole con un buon tema trattato senza troppi patemi!