martedì 6 novembre 2007

A HISTORY OF VIOLENCE


“Nessuno è perfetto Tom”
“Direi di no”
“A History of Violence” di David Cronenberg potrebbe essere riassunto in questo breve scambio di battute tra il protagonista Tom e il cuoco del suo locale ma non mi va di cavarmela così a buon mercato.
Era dalla sua uscita che bramavo la visione di questo film ma, chissà perché, per un motivo o per l’ altro son passati 2 anni fino a questo giorno.
La pellicola racconta la storia di un uomo normalissimo che un giorno si trasforma agli occhi dell’ opinione pubblica in un eroe nazionale per l’ uccisione di alcuni banditi (be qualcosa di più di banditi dato che se ne vanno in giro a rapinare e ammazzare gente a caso!) entrati nel suo locale.
Da questo momento la vita di Tom (Viggo Mortensen) cambierà radicalmente: pochi giorni lo separano dalla visita di altri loschi individui che insistono nel chiamarlo Joey e cominciano ad essere un serio pericolo per la sua famiglia se lui non accetterà di andare con loro a Philadelphia.
Cosa nasconde Tom all’ intera comunità? Chi è realmente? Cosa vogliono quelle strane persone e chi è quell’ uomo con una vistosa cicatrice sull’ occhio convinto che si chiami Joey?
Cronenberg riesce in un’ ora e mezza a trasformare la vita idilliaca dell’ uomo medio americano in un inferno fatto di personaggi oscuri (lo sfregiato Fogarty) e fratelli mafiosi che se ne fregano di qualsiasi buona regola di fratellanza.
La perfezione in cui è letteralmente rinchiusa la famiglia di Tom ad inizio pellicola è quasi fastidiosa tanto è irreale: la figlioletta piange nella notte e tutta la famiglia accorre per risolvere il suo problema, il figlio viene pesantemente minacciato dal solito bulletto e lui reagisce con le sole parole, la colazione a casa sembra quasi ripresa da uno spot televisivo dei cereali dove tutti vanno d’ amore e d’ accordo.
Persino Tom e Edie a letto sembrano due macchine programmate alla perfezione.
Ma, si sa, il troppo stroppia e basta una piccola scintilla ad aizzare un fuoco troppo grande da spegnere con una semplice coperta.
A differenza di tutti i film di questo tipo dove si tiene fino ad un certo punto per poi dare il via allo sfogo finale, la violenza qui procede a piccoli scoppiettii da cui ti aspetti che parta il finimondo per poi diventare qualcosa di veramente incontenibile solo nel finale.
Il fratello di Tom è quanto mai esplicito riguardo le intenzioni di Cronenberg e sussurra a Tom stesso: “Vivi il sogno americano. Ti ci sei buttato a capofitto”.
Già, un sogno americano che Cronenberg continua a distruggere, a manipolare, a trasformare.
Perché, sostanzialmente, anche questa pellicola come molte altre del regista è trasformazione: dell’ uomo in bestia, del sogno americano in incubo, di Tom in Joey (non posso spiegarvi proprio tutto perché si perderebbe molto!)
Come in “Inseparabili” David ci mostra due persone indivisibili questa volta contenute in un solo involucro umano.
Tom sembra essere padrone del suo corpo fino all’ avvento dei banditi ma Joey è in agguato. Nonostante tutti i tentativi di Tom la sua vecchia personalità riesce a spuntarla almeno in tre brevissimi momenti: le due reazioni ai criminali e il breve attimo in cui Joey prende la moglie per il collo.
La rabbia finale contro il fratello, invece, sembra essere quella di un Tom ormai troppo stanco di tutto, deciso a eliminare una volta per tutte Joey, anche fisicamente, e l’ uccisione del fratello, in questo senso è più che simbolica.
Cronenberg ci mostra una società americana chiusa fisicamente (il classico paese di periferia dove lo straniero è visto sempre con sospetto) sia moralmente: l’ azione di Tom prima contro i banditi e poi contro Fogarty basta alla sua famiglia per farlo sembrare un mostro sconosciuto.
Mentre il figlio lo disprezza a tal punto da non riuscire a incrociare il suo sguardo e la moglie lo allontana in ogni modo ci si chiede se non sono proprio loro i mostri.
L’ errore non viene perdonato. Si può essere la persona più perfetta del mondo ma se hai commesso uno sbaglio non sarai mai parte della comunità “perfetta”.
O forse si?
Il finale incredibilmente tragico e sospeso eppure ottimista lascia uno spiraglio di luce in una società americana che, mai come oggi, ha bisogno di essere spronata a riaprirsi dopo la paura del terrorismo che l' ha fatta chiudere come una tartaruga nel suo guscio.
Cronenberg con l’ aiuto di un ottimo Viggo Mortensen riesce a tenere lo spettatore in bilico per tutta la pellicola e gioca, proprio come in “Inseparabili” , sull’ attesa della scena a là Cronenberg che arriva solo durante i brevi attimi in cui Tom subisce letteralmente le trasformazioni (davvero notevole la performance dell’ ex Aragorn che riesce a diventare un altro per pochi attimi anche con un solo sguardo!).
Ed Harris nei panni di Fogarty se la cava egregiamente, Maria Bello offre una buona interpretazione drammatica mentre il mafioso William Hurt nei panni del fratello mafioso risulta a tratti un po’ fuori luogo anche se sembra sia questo l’ effetto che Cronenberg ci vuole trasmettere.
La violenza con cui il regista vuole colpire a tradimento è incredibilmente realistica e i dialoghi tra i personaggi sembrano essere spaccati di vita reale.
La regia infine, riesce a dare quel tocco in più che sarebbe mancato ad una mano meno esperta: la telecamera sembra muoversi su un altro piano rispetto agli attori creando una sua storia che non è necessariamente quella che ci viene narrata (per fare un esempio ad un certo punto Edie si affaccia alla finestra e mentre lei si allontana la camera rimane fissa sul vetro fino a che Tom si affaccia a sua volta) e a volte sembra soffermarsi su oggetti che i protagonisti dimenticano sulla scena (a tal proposito si veda il fucile rimasto sul tavolino che fa ritardare la camera sul dialogo tra i protagonisti che dovrebbe essere l’ atto davvero significativo.
Il film incredibilmente (si parla di Cronenberg, un autore con cui la critica ufficiale non va mai troppo d’ accordo) è ben accolto dalla critica che ci tiene a sottolineare come il soggetto non sia suo ma tratto da un fumetto di John Wagner (se qualcuno ne sa qualcosa sono ben lieto di avere informazioni!) mentre paradossalmente alcuni fan indicano la pellicola come un compromesso del controverso regista con le grandi produzioni Hollywoodiane (lo stesso discorso era stato fatto a suo tempo per l’ ottimo “La zona morta”).
Certo nessuno è perfetto.
Ma Cronenberg è sulla buona strada.
REGIA: David Cronenberg
ANNO: 2005
GENERE: Drammatico (a là Cronenberg)
VOTO: 9
CONSIGLIATO A CHI: Vuole vedere un Cronenberg più accessibile del solito
QUANTO TI LASCIA LI IL FINALE: 9

18 commenti:

Anonimo ha detto...

ho da recuperare molto su Croenenberg anche questo... ;)

FiliÞþØ ha detto...

Sai benissimo come la penso:
STUPENDO!
Il finale mi fa venire i brividi ogni volta che lo rivedo...

Weltall ha detto...

Da estimatore di Cronenberg comincio a dire che questo film è bellissimo!!!

Uno dei dialoghi più significativi del film è, secondo me, proprio quello tra Tom e la figlia terrorizzata da un incubo. Lui rassicura lei dicendole che i mostri non esistono. Questa bugia consolatoria (perchè visto l'incipit del film, di bugia si tratta) perde tutto il suo significato quando calano le maschere e la vera natura delle persono è messa in luce. Non tanto quella di Tom, quanto quella della sua famiglia: da un lato sono attratti da quel lato oscuro e violento di Tom ma allo stesso tempo in maniera ipocrito lo allontanano.

Dopo un film così, mi spieghi come si fa ad aspettare ulteriormente per Eastern Promises ^___*?

Anonimo ha detto...

io l'ho adorata questa pellicola da vedere e rivedere e siamo in attesa di eastern promises. non si vede l'ora qui.

la reine

Anonimo ha detto...

a reina ma ke voi adora aooo ti si femmena ie devvi adura sullu er cazzu de to marito ao ioppuore si un sei ankuorra marritata te devvuo sdruma par moralizzatte aooo

Luciano ha detto...

Lo avrai capito. Cronenberg è uno dei miei autori preferiti. Questo film non fa eccezione. Mi fa piacere constatare che abbiamo recensito Cronenberg a distanza di pochi giorni (due film diversi, ma comunque stesso regista). Questa è empatia di cinefili. Grazie. Ciao.

Anonimo ha detto...

aoooooooooooooooooooo ve srumoooof sdrummo iuatare iutatteme so fatttttttttttt

Anonimo ha detto...

Al solito Cronenberg è geniale e pur essendo meno "disturbante" (dal punto di vista prettamente visivo) tira dei cazzottoni nello stomaco da lasciare senza fiato.
Splendida recensione (non è una novità, lo so...) e bella l'analisi relativa il sogno americano. Io inizio a pensare che per parlarne in modo imparziale sia necessario esser stranieri (Cronenberg è canadese). Visto l'ottimo risultato, aspetto con ansia l'uscita di "Estern Promises" nel quale Cronenberg e Mortensen sono tornati a lavorare assieme!

Riguardo il romanzo grafico (andrebbe benissimo anche fumetto, se non fosse che in Italia questo termine viene spesso utilizzato in accezione dispregiativa) temo che, purtroppo, non sia mai stato editato in Italia.

Anonimo ha detto...

a pessimiiii ma ke ve kredete da esse aooooo ma passiati mennu temps ar cinneforume co vottri cumpagni komunisti ie lavvuratte di kiu aooo

domenico ha detto...

grande film... e se penso che non è il miglior cronenberg mi vengono i brividi ^^
il finale, gesù, il finale!

Deneil ha detto...

@miky: lo devi avere!
@filippo: ero sicuro di andare incontro ai tuoi gusti con questo..e ai gusti di molti altri!il finale fa effettivamente venire i brividi!
@gabbermafia:Crnenberg non è un giovane regista...
@weltall:hai assolutamente ragione!io avendolo visto solo1volta non ho potuto apprezzare tutti i dialoghi (anche se qualcuno come vedi me lo sono ricordato)ma quello che tu mi dici è assolutamente fondamentale!sto aspettando con ansia il nuovo lavoro!
@lareine:ma siamo tutti in attesa?
@luciano:già già..e poi ti giuro che non mi è venuto in mente leggendo la tua rec..ho detto solo..lo guardo..questo vuol dire ch c'è molta più empatia di quel che crediamo!
@mr hamlin: credo che cronenberg potrebbe essere disturbante anche con la favola di cappuccetto rosso a questo punto!ti ringrazio come al solito per i complimenti anche se riconosco che questa rece non mi è venuta troppo bene..anche grammaticalmente parlando..sto cercando di porvi rimedio..peccato per il fumetto ci tenevo!ovviamente come puoi vedere non siamo i soli ad essere in attesa...
@honeyboy:io non ho acora visto tutto di cronenberg ma per ora metto inseparabili in testa..questo comunque si piazza tra i primi..eh già gran finale!

Anonimo ha detto...

ma ccertu ki ie un giovane registe aooo ma ki l'a sentittu maiiii aooooo sara un piskello communista vottro amiko aooo

Gianmario ha detto...

A me e' piaciuto, ma non esaltato, si sente che e' Cronenberg ma gli manca qualcosa :)

Deneil ha detto...

mi ricordo..forse ne avevi scritto una rece non molto positiva vero??è un film parecchio insolito per cronenberg però secondo me la sua bellezza sta proprio in quel tocco di fondo che comunque rimane una traccia riconoscibilissima!

Anonimo ha detto...

a giammi ma ankew tu sti akka cu stu babuinu apooo magna pekurinu ke ie bbbono

Anonimo ha detto...

Una storia di violenza firmata David Cronenberg.
Credo sia un film che si possa apprezzare solo al cinema per gli effetti violenti e improvvisi, ...scene cruente realistiche e erotiche, profondamente passionali soprattutto per la bravura degli attori, da un Viggo Mortenses ...ecc.
Per me il suo miglior film rimane "Spider" ma e' una mia opinione.

Deneil ha detto...

ciao mario..fa sempre piacere avere nuovi visitatori..soprattutto con un blog come il tuo..gli ho dato un occhiata ed è molto bello..eppoi ha un bell'accompagnamento..oltre al testo di imagine (a mio parere una delle canzoni più semplici e significative del pop..se si può definire pop una cosa del genere!)..be sei tra i miei link!riguardo al film invece io l'ho visto sul pc e secondo me merita davvero la visione..certo è cronenberg (scene violente...)ma è molto meno appariscente del solito..spider purtroppo mi manca ma essendo un amante di cronenberg lo recupero a breve!

cinemaleo ha detto...

L’America ha la violenza nel Dna, guarirne è forse impossibile? La violenza viene fuori dall'impossibilità di vivere la realtà che vorremmo? E’ possibile essere normali in un mondo impazzito?

Il film pone molte domande, lasciando le risposte in sospeso, aperte alle interpretazioni dello spettatore.

Il finale fa discutere. Nulla sarà più come prima. O forse sì. Tutto sembra ricomporsi come se nulla fosse. Trionfo della falsità e ipocrisia? Affermazione che ogni tipo di violenza (sessuale, scolastica, mentale, fisica…) è giustificata se il fine la richiede?

Quello che è certo è che David Cronenberg si conferma maestro di un cinema angoscioso e disturbante, un cinema che ha sempre aperto la porta a inquietudini e imbarazzi.

E si conferma ottimo direttore di attori, qui tutti perfetti e bravissimi (ma la palma va ai due veterani Ed Harris e William Hurt, veramente straordinari).