lunedì 5 novembre 2007

SON OF KONG- IL FIGLIO DI KING KONG


Ora ditemi voi come si fa a prendere sul serio una pellicola con questo nome nata pochi mesi dopo "King Kong" per volere di una Hollywood intenzionata (come al solito) a cavalcare il successo strepitoso del primo episodio!
“Son Of Kong” nasce, proprio come "King Kong", nel 1933 ed è opera, ancora una volta, del regista Ernest Schoedsack che questa volta fa tutto da solo mentre Merian Cooper si dedica alla sola produzione esecutiva.
Se provate a fare un viaggetto su internet a caccia di qualche commento su questa pellicola vi accorgerete subito di esclamazioni del tipo: “Si vede che Cooper era la mente del primo e unico capitolo!” oppure “Tentativo non riuscito di cavalcare il successo di Kong con una pellicola che assume talvolta i toni di una stupida commedia”.
Bene.
Ora prendete tutti quei commenti e buttateli fuori dalla finestra.
Spero ci sia vento da voi che almeno se li porta via lontani.
“Son Of Kong” NON è un brutto film!
Certo è diverso, certo è prodotto essenzialmente per scopi di lucro, certo hanno riutilizzato delle sequenze tagliate del primo (fosse poi un delitto, all’ epoca si faceva molto più che spesso ma ai grandi critici piace farlo notare solo in certi casi), certo è un altro film!
Non è difficile da capire: uno produce “King Kong”, film epico e maestoso con effetti speciali incredibili e scenografie da urlo e poi cosa fa per un seguito?
Oggi sicuramente si cercherebbe di ripetere il successo con altrettanta maestosità e magniloquenza (e anche di più se possibile) cadendo molto probabilmente nella scopiazzatura (brutta) di un classico.
Nel 1933 Schoedsack decise di far tutt’ altro.
Non si inventò incredibili storie su una possibile rinascita di Kong (qualcuno da quanto mi ha detto il grande Filippo ci ha provato trapiantandogli un nuovo cuore) ne ci pensò mai, semplicemente prese la storia originale e la shakerò ben bene per trovare un’ altra via per raccontarla.
“Via della commedia avventurosa che non si prende troppo sul serio” trovò scritto su un cartello all’ incrocio e decise di seguire l’ indicazione.
Il film inizia con Carl Denham (il regista che in “King Kong” ha portato l’ ottava meraviglia del mondo in città) assediato in un hotel da giornalisti e avvocati di ogni tipo che pretendono il risarcimento dei danni causati da Kong alla città e mette subito in chiaro le sue intenzioni alla prima scena: la testa di Carl esce dalla porta della sua stanza per controllare che non ci sia nessuno e un motivetto allegro stile “commedia muta” accompagna le sue occhiate sospettose.
Dopo essere riuscito a sfuggire alle insistenti domande di Hilda (una giornalista) ritroviamo il regista intento a convincere il capitano della nave che lo aveva portato sull’ isola a forma di teschio della necessità di un viaggio intorno al mondo nel tentativo di far calmare le acque a New York.
Il viaggio ricomincia con un nuovo equipaggio (ad eccezione del simpatico cuoco cinese, unico sopravvissuto della missione precedente) ma senza un nuovo obiettivo.
Il primo villaggio a cui approdano i nostri è un paesello sperso ai confini del mondo in cui Denham ritrova il losco individuo (solo nominato nel primo capitolo) che gli aveva fornito la mappa per raggiungere Kong e incontra una graziosa ragazza (Helen) a cui promette di ritornare entro breve tempo.
Helstrom (il losco individuo), inguaiato fino al collo, confessa a un Denham in cerca di soldi l’ esistenza di un tesoro sull’ isola di Kong e lo convince così a ripartire ma il pericolo è nell’ aria: con l’ inganno il nuovo arrivato mette la ciurma contro il suo comandante provocando l’ ammutinamento e l’ allontanamento in una piccola scialuppa dei quattro sfortunati (a Denham e il capitano si aggiungono il cuoco cinese ed Helen che si era nascosta nella stiva per seguire il suo innamorato).
Giustizia è fatta quando l’ equipaggio decide di buttare a mare anche il Giuda, raccolto prontamente dai buoni ammutinati.
La storia prosegue con l’ arrivo dei Nostri sull’ isola, la rabbia degli indigeni nei loro confronti e quindi una nuova ripartenza e un nuovo approdo tra le alte scogliere sull’ altro lato dell’ isola.
Denham, deciso a ritrovare il tesoro, divide il gruppo in due parti tenendo con se solo la bella Helen e si avventura sopra le scogliere dove vede qualcosa di stupefacente: un nuovo Kong in miniatura (SOLO 10 metri) dal pelo bianco intrappolato in una pozza di fango.
Sentendosi in colpa per l’ uccisione di quello che comprende essere il padre del gorillino che ha di fronte Denham decide di aiutarlo ricevendo come ricompensa una dolce occhiata di quello che sembra essere il nuovo re dell’ isola e la sua successiva fuga.
Il viaggio in cerca del tesoro ricomincia e Carl e Helen si trovano davanti ad una sorta di porta scavata nella roccia che comprendono essere il luogo tanto ricercato.
Da questo momento il film si concentra sul figlio di Kong che si piazza davanti ai Nostri e, dopo aver combattuto contro un orso gigante (!!) nel tentativo di ricambiare la sua precedente liberazione dal fango, si fa curare un dito ferito durante la battaglia e li aiuta a sfondare la porta misteriosa.
Il tesoro è finalmente nelle mani di Denham e, dopo una nuova lotta del gorillino contro un minaccioso dinosauro, finalmente i Nostri riescono a ricongiungersi con l’ altro gruppo che nel frattempo si era dovuto rifugiare in un anfratto tra le rocce per sfuggire all’ attacco di un triceratopo.
Tutto sembra andare per il meglio ma l’ isola comincia a dare segni di cedimento e ben presto la sua superficie inizia ad affondare mentre il gruppo raggiunge la barchetta senza Helstrom (che aveva tentato la fuga solitaria ed era finito tra le fauci di un mostro marino).
Mentre ci si chiede che fine farà il ritardatario Denham, i Nostri si allontanano e sull’ultimo pezzetto di roccia rimasto in mare si vede il gorillino bianco tenere in una mano il regista mentre con l’ altra tenta di liberare il piede incastrato.
Il finale senza pietà (mi dispiace ma questa volta mi tocca raccontarvelo perché è il punto più in alto in assoluto dell’ intera pellicola e poi so che pochi purtroppo recupereranno questo film!) mostra la bestia sofferente ancora intrappolata affondare insieme a quello che era stato il regno di suo padre e che aveva fatto suo da poco.
Immagine finale (oltre allo scontato bacio appassionato tra i protagonisti!): la mano pelosa bianca spunta ormai sola dal mare e tiene in alto Denham che viene finalmente recuperato dai compagni, la mano si apre per un ultima volta, quasi in un saluto, dopo di che si chiude a pugno e finisce sott’ acqua.
La domanda che mi sono posto alla conclusione della pellicola (poco più di un’ ora) e che continuo a ripetermi è: perché questo film è stato così sottovalutato, disprezzato (si veda la maggior parte dei voti sui mitici dizionari della critica ufficiale!) e quindi dimenticato?
Certo non si tratta di "King Kong", non ne possiede l’ epicità ne l’ originalità ma siamo sicuri che sia un prodotto così basso come si vuol far credere?
Gli attori ci sono (Robert Armstrong nei panni di Denham fa ancora la sua bella figura così come il nuovo arrivato Marston in quelli di Helstrom), gli effetti speciali ci sono e, anzi, sono superiori a quelli del primo capitolo (la stop- motion di Willis O’ Brien è notevolmente migliorata, il pupazzone nei panni del figlio di Kong possiede una mimica che il padre non si sognava neanche da lontano e l’ interazione tra personaggi reali e non è decisamente superiore a quella del primo capitolo) e soprattutto la storia e la regia ci sono.
Si può essere critici quanto si vuole sulla volontà di trarre il massimo profitto da un fenomeno quale quello di Kong nel ’33 ma Schoedsack non fa affatto un brutto lavoro: evita il tranello dell’ autocelebrazione e si butta in un’ opera che cerca di sfatare il mito di Kong con ironia. Non più un mostro feroce padrone di un’ isola e in grado di distruggere una città in due minuti ma un gorillino bianco (inizialmente doveva chiamarsi Kiko come abbreviazione di KIng KOng ma si decise poi di non utilizzare il nomignolo) che fa tanta tenerezza mentre si ferisce un dito e cerca di ciucciarselo proprio come un bambino.
La regia di Schoedsack si mantiene su un buon livello per tutto il film e ha un picco nella scena finale prima descritta che vuol mettere ancora più in luce la crudeltà dell’ uomo in grado, non solo di rapire un essere dal suo ambiente naturale per portarlo a morte certa, ma addirittura di provocare la totale distruzione di un regno non suo.
Insomma che vi devo dire ancora?
La pellicola è molto difficile da scovare (a occhio direi che in dvd sia introvabile in italiano) ma merita sicuramente di essere recuperata a fronte dei pessimi utilizzi che verranno fatti del nome di King Kong negli anni (il peggiore a naso credo sia quello ricordatomi da Filippo in cui si trapianta un nuovo cuore a Kong ma lo devo ancora vedere!).
Salvate Kiko dal dimenticatoio!
Qui sotto la mitica lotta con l' orsone gigante!
REGIA: Ernest B. Schoedsack
ANNO: 1933
GENERE: Fantastico, avventura
VOTO: 7, 5
CONSIGLIATO A CHI: vuole vedersi un sequel abbastanza originale e non troppo serioso di "King Kong" .
QUANTO è DOLCE KIKO: 10

12 commenti:

LA FOSSA DEI COGLIONI (I MIEI ME SO CASCATI) ha detto...

weeeeeee waglio ke me disci ma tuti te li vai a vedde ar cinemi sti cazz e merd de firme aoooooo ma reccensisci quarcosa de gaggio aoooooo

Deneil ha detto...

ho appena recensito die hard....

Anonimo ha detto...

anfatti ma ppo me kadi de style co sta fregnaccia de scimmie aoooo
kmq notasti ki cambiasti ra intestazziuni akussi ie muito mejo, te remani ppero na kekka aooooo

FiliÞþØ ha detto...

che bello il gorillino!^^
Questo non l'ho visto però...non ti preoccupare, me lo procuro al più presto...cmq hai proprio ragione, le animazioni sembrano migliori del primo...
Grazie per il "grande", anche se un pò esagerato!;)

Deneil ha detto...

era d'obbligo il grande!comunque il film è davvero godibile nonostante l' avversità della critica...ovviamente non sapevo più come chiamarlo e m' è venuto fuori gorillino..ma se hai visto il filmato sotto capisci che è proprio un gorilla bambino!

chimy ha detto...

questo mi manca, ma mi hai fatto venire voglia di recuperarlo...
Un saluto

Anonimo ha detto...

amme anvescie m'ai fatto veni voja de zomparte adosso aoo
er gorillino ma fikkateve ar cu un babybell si ve piasciono li bamboloti a bamboccioni aoooo

Weltall ha detto...

Questo lo devo ancora recuperare!
Speravo che sulla scia del Kong di Jackson avrebbero pubblicato anche Son of Kong ma mi sbagliavo.
Quel che scrivi è vero.
Il nostro mercato è molto indietro e film come Son of Kong sono e rimarranno assolutamente irreperibili.
Naturalemnte in America, dove la Warner detiene i diritti, esiste un'edizione in dvd con sottotitoli in inglese.
L'ho trovata su questo sito dove ho già acquistato diverse volte ed è molto affidabile:
http://www.play.com/DVD/Region_1/4-/731718/Son-Of-Kong/Product.html?ptsl=1&ob=Price&fb=0

Luciano ha detto...

Bel film, anche se non all'altezza degli altri due che hai già recensito. Concordo con il tuo voto. Che header magnifico!

Anonimo ha detto...

quantu ie dorce kiko????? aooooooooooo
te capiscu ke stai a rosika ppe manganze e fika ppero un me devvi cade akussi mbasso ao ie tipe vojono er bastardo te akussi ie fai sollu tenneresa!! tirra fori l'omo ke ie nte un fa ra sulita kekka aooo

Deneil ha detto...

@chimi:non è affatto male!
@weltall:informazione utilissima grazie!sulla scia del kong di jackson io pensavo che avrebbero ristampato molti più king kong (i vari giapponesi, quello del 76 e altre cose varie..)e invece non ne hanno approfittato come al solito quando era d'obblig farlo..almeno per questo piccolo gioiellino!
@luciano:già non all' altezza ma carino..diciamo che una visione se la merita!ah già sto arrivando con film che secondo me ti piacciono molto!l'header è di uno dei film che aspetto con più ansia..tratto da king con regia di darabont (le ali della libertà e il miglio verde!)..non vedo l' ora!
@gabbermafia:dai che il prox film è molto più duro!

Anonimo ha detto...

jo cho paiura, serra na strunzata de moscia vistu r'andazzu aooo
stamme bene bionno aoooo