mercoledì 17 ottobre 2007

MONSTER ON THE CAMPUS- RICERCHE DIABOLICHE


L’ ultimo film di fantascienza girato da Jack Arnold è datato 1958 e risulta forse il più sottovalutato dell’ intera carriera dello stesso nell’ ambito fantastico persino dal suo stesso autore che lo considera come il peggiore dei suoi figli, girato solo per rendere un favore all’ amico Joe Gershenson, a capo del settore musicale della Universal, e per obbedire a quest’ ultima che, come spiega il regista stesso in un’ intervista, imponeva alcuni film ai suoi 7 registi senza nessuna condizionale.
Nello stesso anno del debole “I figli dello spazio” con la produzione di Alland, il regista da il via all’ ultima fatica horror fantascientifica della casa di produzione prima di “Island Of Terror” del 1966.
Stine agli effetti speciali (anche in “Radiazioni bx distruzione uomo”) e Westmore al make up (praticamente nella quasi totalità delle pellicole di Arnold) assicurano una continuità con la produzione precedente del regista.
Lo script di David Duncan è considerato pessimo da Arnold che tenterà di risollevarlo in ogni modo.
Ci si trova questa volta in un campus universitario (come specificato dal titolo originale) e Donald Blake è un professore paleontologo che si dedica principalmente all’ evoluzione umana e animale.
Nel trasporto di un caelecantus (strano pesce che non ha subito nessuna evoluzione dalla sua nascita ed è quindi considerato un fossile vivente) Donald si ferisce ad una mano e comincia a sentirsi male.
La sua assistente Molly gli da un passaggio a casa ma, mentre telefona al pronto soccorso, viene aggredita da un essere misterioso che la telecamera non ci permette di vedere, se non per la mano molto pelosa.
Il giorno seguente la polizia trova il corpo senza vita di Molly (morta di paura) e sospetta di Blake, che nel frattempo si è ripreso e non ricorda più nulla della sera precedente, ma dopo poco egli viene scagionato e si attribuisce il delitto a un fantomatico nemico del professore a cui viene assegnata una guardia del corpo.
La giornata seguente prosegue senza nessun disturbo ma al calare della sera viene vista dal professore a da due suoi alunni una libellula gigante, che poco prima si era posata sul caelecantus.
Questo episodio e il fatto che un buon cane lupo si fosse trasformato in una bestia feroce dai lunghi canini aguzzi dopo aver leccato una sostanza fuoriuscita dal pesce primitivo il giorno precedente fanno insospettire Donald che inizia a comprendere chi sia in realtà il mostro che ha aggredito Molly.
Nel tentativo di svelare i suoi dubbi alle persone che lo circondano, il professore viene accusato di avere fantastiche visioni che nessuno può confermare e persino la sua fidanzata comincia ad avere dubbi sulla sua sanità mentale.
Spaventato da quello che potrebbe succedere in seguito a una sua ulteriore trasformazione, ma nel contempo attratto come uomo di scienza da una possibile straordinaria scoperta (qualsiasi essere a contatto con il plasma di questo caelecantus, esposto a raggi gamma per la migliore conservazione, potrebbe involversi fino alla sua forma originaria) Donald decide di prendersi un periodo di pausa in uno chalet di montagna per provare i suoi dubbi.
Il finale con una bella trasformazione dell’ uomo in bestia (in realtà uomo primitivo) è tutto da gustare e non manca di suspence, elemento totalmente dimenticato ne “I figli dello spazio”.
Ma veniamo ad un analisi più attenta.
Innanzitutto l’ ambientazione: dimenticato il deserto, protagonista di molte sue pellicole (“Destinazione terra”, “Tarantola”, “I figli dello spazio”), Arnold si dirige verso un campus universitario (anticipando di molto quella che sarà il trend dei film horror di fine ’70 inizio ’80) e in seguito sulle montagne che vengono viste come luoghi oscuri e affascinanti dove avvenimenti straordinari possono accadere senza che nessuno ne venga a conoscenza (e in questo caso la somiglianza con il deserto è molto forte).
Per quanto riguarda i temi classici affrontati da Arnold, invece, la pellicola sembra essere la chiusura di un cerchio aperto con “Destinazione Terra” ma prima di tutto vorrei far notare la telefonata di Donald al fantomatico dottor Moreau che risiede in Madagascar per risolvere i suoi problemi di trasformazione, chiaro riferimento a “L’ isola del dottor Moreau” dove quest’ ultimo tentava di trasformare gli animali in umanoidi (esattamente l’ opposto di quello che accade qui).
Per prima cosa si può notare come il tema della rivalità in amore sia totalmente ribaltato rispetto alle prime due pellicole (“Destinazione Terra” e “Il mostro della Laguna Nera”) che seguivano per lo più gli esempi dati da altri film di genere: se in questi ultimi erano infatti gli uomini ad essere in contrasto con altri per il “possesso” della bellezza di turno (anche se non ci sarebbe bisogno di virgolettarlo perché la visione delle donne in quegli anni nel cinema di questo genere era quasi sempre quella di un oggetto da avere, si veda King Kong che impugna la donna per indicare il suo amore), ora è la fidanzata di Blake ad avere una rivale in amore, la bella Molly, che sembra addirittura essere più vicina a lui rispetto alla fredda signora Townsend (il fatto che venga chiamata quasi sempre per cognome sembra indice di questa teoria).
Ancora più importanza è data invece al concetto di uomo- mostro che Arnold ha sempre cercato di trasmettere all’ interno delle sue pellicole.
Inizialmente in “Destinazione Terra” l’ alieno è visto come nemico distruttore ma si scopre sul finale il suo bisogno di aiuto che non ha saputo esprimere adeguatamente; ne “Il Mostro della Laguna Nera” e nel suo seguito “La vendetta del mostro” il gillman è inquadrato come un nemico ma si riesce a notare come in realtà sia l’ uomo l’ invasore di un terreno non suo; in “Tarantola” Arnold decide finalmente di mostrare l’ orrenda mutazione dell’ uomo in mostro per rendere finalmente esplicito il suo pensiero; ne “I figli dello spazio” è addirittura l’ uomo ad essere salvato dall’ alieno che, visto come ostile come al solito, salva l’ umanità dalla sua stessa mostruosità.
Siamo arrivati a “Ricerche diaboliche”. L’ uomo si trasforma nuovamente in mostro (come in “Tarantola”) ma questa volta la sua metamorfosi non è casuale: egli non è solo deturpato nell’ aspetto fisico ma anche la sua mente viene stravolta fino a diventare qualcosa di molto simile al gillman; i suoi pensieri non sono più quelli di un Homo sapiens sapiens ma quelli di un nostro antenato antichissimo che, proprio come il mostro della Laguna Nera si occupa solo della sua sopravvivenza e prova sentimenti primitivi verso l’ altro sesso.
In questo senso Arnold chiude un cerchio perché finalmente ci mostra come il gillman tanto odiato altro non è che una nostra proiezione del passato.
Il regista, poi, ci concede di proseguire con lui nella sua interpretazione della natura umana quando Blake si rende conto della sua trasformazione e decide di uccidere comunque il mostro perché rappresenta ancora un nemico (in questo senso viene richiamata la testardaggine dell’ uomo già sottolineata con “La vendetta del mostro” e “Il terrore sul mondo”).
L’ impossibilità o la difficoltà di esprimersi della creatura diversa (sia essa umana o meno) è un diretto corollario di questa equazione uomo-mostro.
Per quanto riguarda la regia, infine, Arnold riesce ancora una volta ad esprimere tutta la sua abilità nel genere: la creatura orribile non viene mai mostrata durante l’ intera pellicola e solo nel finale si assiste finalmente alla tanto attesa metamorfosi che risulta peraltro davvero ben fatta per l’ epoca.
Altro punto fisso di Jack è la visuale in soggettiva questa volta utilizzata per farci guardare attraverso gli occhi di un Donald in trasformazione (geniale la visuale sfocata che non ci fa comprendere se Blake ha le traveggole mentre vede la libellula che rimpicciolisce o è il suo corpo a subire la trasformazione).
Infine vorrei segnalare un momento particolare: quello della fuga della ragazza su per il pendio della montagna inseguita dal mostro, resa in maniera a mio modo magistrale per come è posizionata la telecamera: lontana, impassibile di fronte a una scena che sembra aver visto già troppe volte e di cui conosce il finale ma ancora capace di trasmetterci la tensione di una fuga insperata.
Già.
Troppe volte.
Probabilmente Arnold pensò a quello quando decise che non avrebbe più girato un film di fantascienza per il resto della carriera, pensò a quanti mostri aveva visto uscire dalle paludi, a quanti ragni giganti aveva dovuto affrontare, a quanti alieni mostruosi aveva sconfitto, pensò alla superficie di Metaluna e ai suoi abitanti troppo avanzati.
Probabilmente era semplicemente finito il suo tempo in un cinema di fantascienza che si apprestava al passo successivo: la fantascienza sociale degli anni ’60.
Probabilmente era quello.
Ma mi piace pensare che semplicemente Jack non aveva voglia i trasformarsi in un mostro.
Di bravura.
REGIA: Jack Arnold
ANNO: 1958
GENERE: Fantascienza, Horror
VOTO: 7
CONSIGLIATO A CHI: vuole assaporare l’ ultima opera fantascientifica del maestro della sci- fi anni ’50.
QUANTO AMO JACK ARNOLD: 10

7 commenti:

Anonimo ha detto...

...e sull'ultimo episodio di Arnold della sua lunga carrellata di spettacolo "pure 50's sci-fi", al primo giro di boa dell'avventura sul Net, un lungo applauso a Deneil! Grazie per avermi fatto scoprire questo autore e per la passione che riesci a trasmettere nelle recensioni. Penso che questo ringraziamento possa tranquillamente essere sottoscritto da tutti i protagonisti di qst mesi e/o dai frequentatori del tuo blog.

Non vedo l'ora di sapere la prossima "vittima-regista" delle tue recensioni!!! [Carpenter?!?...Coppola?!??]
COMPLIMENTI!

[prima o poi mi devi fornire il materiale audiovisvo del buon Arnold!!]
Leo

LA FOSSA DEI COGLIONI (I MIEI ME SO CASCATI) ha detto...

aooooooooooooooooooo ma a campuse a miei tempi me e sdrumavo e squinzie te ar campus te se fikkano a bandera por el culo e te sventolano da finestra aoooo
so gabbermafia amore tuo aoooooo

Luciano ha detto...

Anche questo non l'ho visto. Concordo con Leonardo. Così ci hai regalato una retrospettiva completa su Arnold. Complimenti! Grazie e a presto.

Deneil ha detto...

@Leo:eheh troppo gentile leo!appena riesco ti faccio avere tutto quel che posso di arnold almeno sapremop confrontarci!
La prossima vittima??credo saranno addirittura due..una filippo dovrebbe già saperla..anzi dovrebbe sapere di entrambi..ovviamente continuerò anche con film che non centreranno nulla con i due..ne hogià due o tre pronti per arrivare in prima pagina di cui unodavvero osceno appena visto in cui mi servirà anche il tuo aiuto...vedrai!
@gabbermafia: vedo che ti sei creato un blog..la gente non finisce mai di stupirmi!
@luciano:grazie mille anche a te..ma manca ancora l'ultima pellicola reperibile di arnold (molte non si trovano ne in dvd ne sul mulo purtroppo, forse perchè trascurabili, forse perchè le distribuzioni preferiscono "Non aprite quel cancello" e cose simili ai film del buon vecchio arnold fuori dalla sci-fi)..manca comunque quella che tu consideri una delle migliori, la commedia "Il ruggito deltopo" con protagonista peter sellers!

Anonimo ha detto...

eccerto ke mi so creaatto ur blogghete ke te ccreddevi ke iu fusti scemm??/ aooooo so proffondissimo io c'ho pu a maile x i meis fannz! deneiltesdrumo@libero.il

FiliÞþØ ha detto...

azz...ma quindi vuol dire che i post su jack arnold sono terminati?
The end? :(
Vabbè...in tal caso attendo il prossimo regista da spolpare...
Chi è? Chi è?^^

Deneil ha detto...

come detto manca ancora la commedia "Il ruggito del topo" con peter sellers protagonista ma si..dopo quello saranno terminati purtroppo...i prossimi??ti avviso che un certo wise sarà uno dei protagonisti..uno dei....