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domenica 17 febbraio 2008
DEEP PURPLE- MADE IN JAPAN_REMASTERED EDITION 2CD
L’altro giorno ho risentito una mia compagna delle medie che non sentivo da 8 anni circa.
Certo una volta o due ci si era visti di sfuggita, un saluto, un “come va?” di circostanza, ma niente di più.
Poi pochi giorni fa capita che la trovo su msn.
Si quel posto infimo che cerco di frequentare il meno possibile dato che ogni volta che mi collego inizio a sentire trilli di qua e di la che mi avvertono dei messaggi che tutti quelli che conosco devono mandarmi.
Si passa dai “Come va?” di gente che fatico a sopportare (ormai credo che vivano di fronte al pc in attesa che qualcuno si colleghi a msn per riempire il vuoto delle loro esistenze) ai soliti amici che mi aggiornano sulle novità burlesche di questo mondo.
E poi c’è questa ragazza che non vedevo e sentivo da anni.
Due o tre scambi di riscaldamento e poi inizia una vera e propria discussione su qualsiasi cosa.
E mentre penso a come sia incredibile ritrovarsi dopo così tanti anni e ricominciare a parlare come e meglio di prima penso a “Made in Japan”.
Associazione strana lo so, ma io sono quello che ha citato Chicken Little per spiegare meglio “Into the wild”, non potete pretendere che diventi normale tutto d’un colpo.
Penso a quando presi “Made in Japan” e dopo averlo ascoltato due- tre volte lo misi nella mia bella pila di cd (ormai sono pile e pile) a prendere polvere mentre pensavo: “Si bello bello, però che palle ste canzoni da 10 minuti con 6 minuti di assoli…”
Pazzo!
Io ero completamente pazzo!
Mi ero bevuto il cervello, non sapevo quel che dicevo, il nu metal (mamma mia che brutta parola) mi aveva succhiato via il cervello come fanno gli alieni nei film di fantascienza degli anni ’50!
Ero diventato uno di loro!
Poi la cura: rock italiano, grunge, metal, folk e finalmente hard rock.
E finalmente Deep Purple.
E finalmente Made in Japan?
No.
Non ci riprovai con Made in Japan.
Ero rimasto scottato da quella prima volta e lo lasciai li a prendere ancora più polvere mentre i cd crescevano e crescevano e crescevano.
Poi un mese fa lo ripresi in mano.
“Made in Japan”, vediamo se faceva così schifo come pensavo.
Ero totalmente fuori di testa quando dissi che un disco del genere non meritava più che la sufficienza.
È l’ unica spiegazione possibile.
Perché quando un mese fa ho inserito il cd nel lettore in macchina sono andato in cortocircuito.
Made In Japan non è un disco eccezionale…è di più!
È incredibile, è fenomenale.
Made in Japan è oro.
E mentre il cd mi riempiva le orecchie, il corpo, il cuore in macchina mi sono chiesto quanti live ho ascoltato a questi livelli di un gruppo negli ultimi 10-15 anni.
E mi sono risposto immediatamente: nessuno.
Nessuno ha pubblicato un live del genere negli ultimi 15 anni perché nessuno è in grado di fare una cosa del genere.
E non mi riferisco alle scale di Blackmore, agli assoli di Jon Lord alla pianola o alla batteria di Ian Paice.
Mi riferisco al tutto.
Perché “Made in Japan” non è suonato da un batterista, un bassista, un chitarrista, un uomo al piano e uno alla voce.
“Made in Japan” è suonato dai Deep Purple.
E i Deep Purple non sono la somma di componenti ma un qualcosa che va oltre.
Va oltre ogni cosa.
Va oltre il concetto di gruppo, va oltre l’ hard rock, va oltre il rock, va oltre il concerto, va oltre il disco.
Va oltre.
Made in Japan è un esperienza, ma è un esperienza che potrebbe provocare gravi turbamenti.
Qui (nel 1972 in Giappone) c’ era gente che sul palco vedeva le note.
Le vedeva e le inseguiva, le inseguiva e le catturava, le catturava e le offriva al pubblico.
Non si spiegano altrimenti certi assoli, certi acuti, certi suoni.
Ascoltate Blackmore nelle sue scale incredibili, sentite la sola batteria di Paice in “The Mule” per 10 minuti , porgete l’ orecchio alle armonie di Lord e spaventatevi di fronte agli acuti di Gillian.
Poi rimettete su il disco e sentite quel che combina Paice mentre i suoi compagni improvvisano: li segue, li rincorre, li prende, ne detta il ritmo e a sua volta ne viene influenzato.
Ascoltate quel che combinano Blackmore e Gillian in “Strange Kind Of Woman” dove chitarra e voce si scambiano i ruoli.
Meravigliatevi di fronte alla pianola di Lord che fa da sottofondo perfetto ad ogni singola nota e rimanete a bocca aperta di fronte al gran lavoro sotterraneo di basso di Glover.
Infine rimettete su il cd chiudete gli occhi e cominciate ad impazzire di fronte ad una marea di suoni che vi travolge come un onda impetuosa.
“Made in Japan” è più di un disco.
Più di un live registrato.
“Made in Japan” è il rock.
E mentre penso a quanti dischi mi dovrò riascoltare che un tempo avevo scartato ricomincio a pensare alla mia vecchia compagna, penso a quando una volta ci picchiavamo a scuola.. e mi viene in mente che alla fine anche con lei sono stato così: prima la trattavo male e ora ci si confida come due amici che si conoscono da una vita, almeno credo.
Sarò scemo?
AUTORE: Deep Purple
ANNO: 1972
GENERE: Hard rock
VOTO: 10
QUANTO è PAZZESCA LA VOCE DI GILLIAN: 10
CONSIGLIATO A CHI: A ogni persona che pretende di saperne qualcosa di rock.
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10 commenti:
Eh eh eh penso che sei solo umano ^___^
Non capita forse anche con i film (almeno, a me è capitato)?
Alcuni da adolescenti non li avremo visti nemmeno sotto tortura.
Magari li vediamo adesso e non possiamo più farne a meno.
Per questo no nbisogna mai buttare le cose che non ci piacciono...non si può mai sapere in futuro ^__^
M com'è questa storia? Ti picchiavi con la tua amica??? ^___*
...capitano volte in cui, a fine giornata, tiri le somme, e vedi che i conti non tornano, e semplicemente non c'è niente da fare, tutto ti è andato male, avrai i tuoi casini vari con il lavoro (co.co.co.co.co.co.co.co...), con lo studio, avrai i tuoi problemi in famiglia (no, non nella famiglia INESISTENTE del Mulino Bianco), o qualcosa nell'ingranaggioo del tran-tran solito s'è devastato, poco oliato, magari...
E poi capitano altre volte che in vece di andartene a dormire triste fino al midollo, sperando di addormentarti presto per dimenticare tutto, perchè vacca boia, sinceramente non ti va di credere più in niente, beh, certe rare volte di queste, una parola, un paio di suoni lì per lì messi insieme, riescono a ridarti un vero e PIENO senso alla giornata...
qualche volta (per me ) è Ludovico Einaudi, altre volte sono i Black Sabbath, o i Rainbow di Ritchie Blackmore, o magari gli Yes o i Dream Theater...Spesso sono loro , i Deep Purple...
e la frase che stasera mi ha ridato il sorriso è stata :
"Qui (nel 1972 in Giappone) c’ era gente che sul palco vedeva le note".
VEDERE LE NOTE. Mi sono commosso, quasi.
Grazie Deneil, a nome di tutti...e se non è a nome di tutti, beh, me ne frego. A nome mio.
Leo
PS: nell'ambito dei mostri sacri del(hard) rock da provare anche "Live Evil" dei Black Sabbath, 1982 e "Tokyo Tapes", Scorpions. Gemme, perle purissime. Ma ora rimando la discussione perchè la stanchezza mi sfianca.
:))))))) Sounds Good!
Da me invece ritornano solo per vendermi copie di "Lotta Comunista"...ma chissenefrega "a spell was cast and the sky turned red. the angel's heart's frozen to ice!"
Il problema di made in Japan sono i fan giapponesi che paiono seduti a defecare sui loro cessi tecnologici al posto che a vedere IL gruppo hard rock.
Davvero hai scelto un'ottimo live, sicuramente il migliore dei deep e tra i più famosi dell'intera storia del rock! è stato uno dei primi cd che ho comprato quando di musica ero ancora un novellino! li ho rivisti a palermo l'anno scorso, e la voce di gillian era quasi verognosa, ma a 60 cosa si pretende....
Probabilemente il live per antonomasia. Stilema di tutta quella serie di dischi dal vivo che in seguito fece epoca. A loro preferisco i Sabbath e gli Zeppelin, ma l'importanza storica dei DP è innegabile.
Capita spesso anche a me di apprezzare un film o un disco al tempo snobbato. Mi sta succedendo con gli Slayer. Accantonai "Reign In Blood" dopo averlo comprato, per esempio. E tutta la discografia di Araya e soci non faceva certo impazzire. Negli ultimi tempi, invece, praticamente con la vecchiaia :-) li sto riscoprendo e rivalutando.
Concordo pienamente. Made in Japan è un iper disco, è musica super, è il mondo che ti ruota intorno quando corri nei sogni e osservi l'orizzonte che urla...è...è... (scusami per queste folli frasi) ;)
Sì, Made in Japan è un ottimo disco, ma secondo me non così entusiasmante. Lo trovo a tratti un po' troppo amniersita e barocco. A mio modestissimo avviso i due live migliori della storia del rock sono Live at Leeds degli Who e Live rust di Neil Young. Il terzo posto è sicuramente di Made in Japan, seguito a ruota dal recente Live in New York City di Bruce Springsteen, da How the west was won dei Led Zeppelin e dall'Unplugged dei Nirvana. Senza scordare l'Unplugged di Eric Clapton, Rock'n'roll animal di Lou Reed e uno qualsiasi dei dischi dal vivo della Allman Brothers Band. Trovo invece che Live/Dead dei Grateful Dead sia molto sopravvalutato.
Ciao!
Alberto
eh già..mai buttare le cose del passato..ci sarà sempre un periodo in cui verrà voglia di tirarle fuori dal cassetto e rivalutarle..certo se si tratta di "psycho" di van sant sarà difficile ma mai dire mai!dai non mi dire che tu non avevi la tua amichetta del cuore da picchiare da bambino!!ce l'hanno tutti....o no?:-)
@leo:oh be come commentarti?
Praticamente la tua poteva essere una recensione parallela questa.. "un paio di suoni lì per lì messi insieme, riescono a ridarti un vero e PIENO senso alla giornata"..come non leggere e rileggere parole così vere?grazie leo sei sempre troppo gentile..ora vedo di recuperare quel tokyo tapes che mi manca!
@lilith:dici bene!
@allibito:effettivamente il "caldo" pubblico italiano (andiam per luoghi comuni!) avrebbe giovao sicuramente al tutto..però in certe occasioni anche i giappo ci danno dentro!
@mash:mi confermi una cosa che ho sempre paura di chiedermi..la voce di gillian oggi com'è??un disastro a quanto pare...peccato!
@shadowland:be i led zep e i black sabbath sono mostri sacri..forse persino più sacri dei deep purple!
Io gli slayer li ho un po accantonati...dici che dovrei riprenderli?chissà che non sia anche quella una bella riscoperta!
@luciano:hai praticamente detto tutto..altro che folli frasi!
@alberto:dunque..tanti titoli...non saprei stilare una lista anche perchè tutti i titoli che citi meritano di essere in testa per un motivo o per l'altro..il live rust di neil per l'affetto che provo per lui (anche se in studio ha saputo fare di meglio) il live at leeds degli who (che non mi vanno sempre a genio ma a cui aggiungerei anche il live at the isle of wight),how the west was won, i due unplugged che citi, rock'n roll animal...e aggiungerei pure dream letter di tim buckley..su live/dead non saprei dirti..c'è stato un periodo in cui ero presissimo dai grateful dead ora è un po che non li ascolto..altra cosa da recuperare!
Io non vado per luoghi comuni, mi basta vedere i live.
Firmate le petizioni che trovate linkate sul mio blog, sono importanti.
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