venerdì 1 febbraio 2008

FACTORY GIRL

E dopo l' entusiasmante viaggio tra i dinosauri di Leo torniamo al presente.
O quasi.
Fermiamoci a una quarantina d'anni fa.
Fermiamoci ai "favolosi" anni '60.
Fermiamoci agli anni '60.
Fermiamoci.



Sui titoli di coda ero immobile.
Silenzioso e con lo sguardo fisso sullo schermo su cui passavano le testimonianze delle persone reali che hanno conosciuto la vera Edie.
Cosa dire di un film del genere?
Ci sono poche pellicole che mi lasciano senza parole: i capolavori per cui vorrei un traduttore in parole delle mie emozioni, i film brutterrimi che appena finiti non capisco se era una presa per il culo o cosa e i lungometraggi come questo.
Pellicole per cui non so trovare le parole.
Non perché mi abbiano colpito particolarmente, emozionato, schifato, abbattuto.
Semplicemente perché non so davvero che dire.
Di Andy Warhol e Edie Sedgwick conosco ben poco per cui eviterò sapientemente un’ analisi sulla veridicità di “Factroy Girl”, anche perché sinceramente non credo che nessun biopic possa realmente rispettare il personaggio rappresentato.
In fondo si tratta di cinema.
E un po’ meno in fondo si tratta di biopic.
E, come mi raccontò un mio professore una volta, in fondo da un gangster movie non ci si aspetta la rappresentazione della realtà cittadina americana degli anni ‘30.
Ci si aspetta piuttosto il rispetto delle regole del gangster movie che se tradite faranno storcere il naso a molti.
Potrebbe forse non essere così per un genere come il biopic che oggi risulta essere molto più rigido di tanto altro cinema?
Al di là delle vicende personali di ogni grande personaggio portato sullo schermo che possono essere le più disparate si richiede al genere in questione un certo buonismo di fondo che cerca di convincerci dell’ innocenza del personaggio in ogni suon guaio, un grande e tragico amore, un attore/ attrice un po’ somigliante all’ originale che faccia un gran lavoro di imitazione anche nei gesti e nei movimenti e una storia che metta in risalto l’ importanza dei traumi giovanili sulla vicenda seguente.
Insomma in questo caso si tratta di una ragazza ricca con gravi traumi infantili (il padre amante e il conseguente “soggiorno” in un manicomio chiamato benevolmente casa di cura) che realizza il suo sogno divenendo un icona pop del “cinema” di Andy Warhol e del suo successivo decadimento dovuto all’ abuso di alcool e droga (e ovviamente all’ amore tragico) fino alla ripresa finale e alla conseguente morte che però ci viene solo raccontata.
A differenza di altri film del genere, però, la storia di Edie si intreccia con quella di Andy Warhol, interpretato da Guy Pierce, che si mostra in tutta la sua anima fanciullesca: ancora accudito dalla mamma e incapace di instaurare un’ amicizia adulta con Edie che viene abbandonata alla prima visione di lei con un altro uomo, proprio come farebbe un bambino con la sua amica del cuore.
Due storie quindi.
Quasi due film intrecciati tra loro che trovano nella particolare regia di Hickenlooper la sua particolarità.
Scene in un bel bianconero che rimandano molto alla prima idea del regista sul progetto documentario che aveva in mente per questa storia, fotografia leggermente sporca da film anni ’60 e alcuni momenti un po’ sfocati e ballerini da effetto droga abbinate ad una colonna sonora non troppo invadente ma molto adatta ai tempi completa il tutto.
Già, il tutto.
Ma come risulta questo tutto?
Ecco, è questo il punto in cui mi blocco: non lo so!
La pellicola tanto pubblicizzata per la presenza di Andy Warhol non fa che analizzarne un brevissimo periodo artistico e un una minima sfaccettatura del carattere, non riesce a colpire particolarmente sul piano delle emozioni e su quello scandaloso (se cercate scandalosi nudi o chissà quale scena di droga rimarrete delusi) e anche tecnicamente, nonostante gli sforzi del regista, non si fa poi così ricordare.
Il film è ni.
Non è ne carne ne pesce.
E se vi viene in mente qualsiasi altro modo di dire che ci assomigli potete applicarlo a “Factory Girl”.
La sufficienza più che piena viene raggiunta grazie a Sienna Miller e Guy Pierce che ce la mettono davvero tutta nel compito gravoso e, a mio parere, se la cavano egregiamente senza risultare grotteschi o esagerati nelle loro personificazioni.
In conclusione io dico comunque un film da vedere anche se senza troppe pretese: il cinema non è fatto solo di capolavori o brutture.
Queste vie di mezzo sono forse le pellicole migliori da cui costruire i veri capolavori: comprenderne le mancanze, carpirne l’ essenza e trasformarli in qualcos’ altro in grado di colpire veramente lo spettatore per lasciarlo questa volta senza parole per le troppe emozioni.
REGIA: George Hickenlooper
ANNO: 2007
GENERE: Biopic, drammatico
VOTO: 6, 5
QUANTO FA RIDERE IL FATTO CHE IL MUSICISTA AMANTE DI EDIE COSì SIMILE A BOB DYLAN NON VENGA MAI CHIAMATO PER NOME PER VOLONTà DELLO STESSO CANTAUTORE:10
CONSIGLIATO A CHI: Vuole vedere un biopic che vorrebbe essere diverso ma che ricade comunque all’ interno del genere.

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Purtroppo nn l'ho visto, ma ormai quando vedo una copertina d'un film, a volte mi capita di non ricordare se l'ho visto o se ne ho letto una rece di Deneil!! (giuro che mi è capitato!)...qsta rece, che dire?, splendida come sempre, e sempre chiara.

Volevo solo dire una cosa rapida: alla fine la + innocua delle ultime rece, quella sui dinosauri di Spielberg, s'è trasformata in un ring...ho solo dato un'occhiata veloce dopo il mio primo intervento nei commenti (il tempo è tiranno nuovamente), ma devo dire che non mi aspettavo tutto il trambusto seguente sulla trilogia ed il valore dei singoli film (anche se non è certo stata una discussione "violenta", sia chiaro).

PS: appena avro' un po' di tempo (la ruota gira, e adesso mi tocca stringere di nuovo i lacci della sacca destinata ai film e alle recensioni.. :_-( ) preannuncio pubblicamente l'arrivo di
a) rece di due "(quasi-)flop" di Oliver Stone e di Ridley Scott (NOOOOO!! intoccabili!!!) ;-)

b) l'ultimo capitolo sul falso ribelle

c) un "Tre classici, un mito: Ingmar Bergman"

...e cosi' avro' tenuto fede alle promesse fatte con Deneil all'inizio dell'anno, quindi potrete ri-votarci! E questo è solo la parte di impegno personale, tralasciando l'Opera Maxima di Deneil...E POI ERA TUTTO SOLO PER L'INIZIO DELL'ANNO!!! Ci aspettano bulimiche abbuffate di cinema...

State sintonizzati!
[scusa Dan, era partito come commento, poi è diventato un misero spot pubblicitario!)

Leo

Luciano ha detto...

Con la tua, come sempre bellissima recensione, mi consoli. Non ho ancora visto Factory Girl. E avrei voluto (e nonostante tutto voglio ancora) vederlo. Ho letto solo recensioni negative sul film e questo mi ha un po' preoccupato, perché sono un appassionato di Andy Warhol e soprattutto di Edie Sedgwick (ricorderai il mio post su Vinyl). Ero convinto che avrei visto il film al cinema (ma tu l’hai visto al cinema?) ma credo che ormai sia un po’ tardi. Lo recupererò appena possibile adesso con un po’ di entusiasmo grazie anche alla tua recensione tutto sommato positiva.

monia ha detto...

mi lasci nel dubbio... da un lato m'incuriosiva ma dall' altro, da buona lou reed addict mi ero rifiutata di vederlo: sono fissatissima con il periodo factory e mi dava l' idea fosse un film sullo stile di "the doors" di oliver stone (quindi parecchio finto)!

Anonimo ha detto...

fermiamoci si, perchè forse abbiamo un patrimonio che non siamo capaci noi della nostra generazione o di quelle successive a capitalizzare. Bisogna guardare il passato nel più profondo, il più profondo pre capire i fondamentali e guardare il film di oggi e del remoto ieri con uno sguardo libero dalle allucinazioni digitali e dai tempi costipati. Un saluto. Nameerf

Anonimo ha detto...

http://lacameraobscura.splinder.com/
e il mio blog. ciao nam

M.S. ha detto...

sto film non è poaciuto a nessunto. a te ha fatto l'effetto che secondo me è il peggiore: nessun effetto. un film può piacere, non piacere o...o. ecco, mi è capitato che un film mi abbia lasciato "o". rimani di stucco con un senso di incompletezza.
p.s. davvero la miller è così brava? non l'avevo mai apprezzata particolarmente.

Deneil ha detto...

@leo:frazie leo per i complimenti, sempre troppo buono!
su jurassic park non ho compreso nemmeno io il motivo di tanto clamore..soprattutto sul secondo film!è già tanto che non è saltato fuori qualcuno a dire:spielbeg è merda perchè me quello me lo aspettavo di più!
sulle recensioni:aspetto impaziente le buone nuove allora!preparati a ricevere dei fischi soprattutto per stone perchè alcune sue pellicole sono intocabili!per scott un po' meno ma siam li!
poi c'è qualcuno che vuole assolutamente leggere di bergman (ho fatto pubblicità!) e io che voglio quella del falso ribelle!
io sto cercanddo di seguire un percorso che si fa troppo intricato!
@luciano:ricordo la tua recensione, eccome se la ricordo!secondo me è comunque un film da vedere..come detto non è esente dai difetti del classico biopic ma io da ignorante in materia non l'ho affatto disprezzato!anche se purtroppo alla fine non mi ha lasciato molto!io non l'ho visto al cinema comunque!
@monia:io credo che tu potresti rmanerne sconvolta da un film come questo.io orami con questi biopic non mi aspetto più molto, o perlomeno non mi aspetto che rispecchino la vera vita di un personaggio.sarebbe troppo complicato e il pubblico non capirebbe...se devo dirtelo sinceramente conoscendo leggermente i tuoi gusti non saprei se consigliartelo..the doors devo ancora vederlo anche se ne sono sempre un po spaventato!
@nam:come ti capisco!ma è un problema perenne questo.in queste ultime decadi grazie alle continue innovazioni si è poi accentuato facendo in modo che le nuove generazioni siano più che incapaci non invogliate a capitalizzare certi momenti storici, non in grado di vedere tali momenti con un occhio meno inquinato dall'oggi.
@mario:dall'ultima rece di into the wild ti sconsiglio assolutamente questo film perchè potresti uscirne sconvolto, credimi!il senso di incompletezza molte volte è anche per me quello che infastidisce di più eppure in questo caso come in pochi altri ritengo che un film come questo possa essere utile a comprendere gli errori che purtroppo molte volte hanno sti benedetti biopic!la miller io l'ho trovata molto azzeccata...considera però che io non conosco minimamente la vera edie (a parte le foto) e quindi non saprei davvero.Di quello che conosco una delle sue migliori interpretazioni.

Anonimo ha detto...

Ne hanno parlato tutti male...
Però io adoro il biopic, quasi quasi un pensierino ce lo faccio.
Ale55andra

Weltall ha detto...

La recensione arriva dritta al punto come al solito, bravo ^__^
Non avendo letto da nessuna parte particolari pregi di questo film e non amando particolarmente i biopic, credo che per il momento passerò la mano ^___*

Deneil ha detto...

@ale55andra:se ti piace il genere è una buona pellicola!
@weltall:discorso contrario ad ale...se non ti piacciono i biopic salta sicuro!grazie!

FiliÞþØ ha detto...

anch'io come molti altri volevo vederlo, poi non l'ho fatto a causa delle recensioni negative, ma un passaggio in dvd avverrà di sicuro, anche perchè adoro Warhol...

Deneil ha detto...

allora...considera che io non conosco molto la vicenda di warhol e quindi il mio voto è un po'...astratto su questo film.
warhol non è rappresentato benissimo..o meglio..non so se davvero fosse così!
comunque in dvd (come ho fatto io)secondo me merita una visione.

FiliÞþØ ha detto...

ok, ti farò sapere...cmq per quanto mi riguarda il miglior Warhol cinematografico rimane David Bowie in "Basquiat"!;)

Deneil ha detto...

recupero subito basquiat...ne ho già recuperato un altro con andy warhol che dovrei vedere a breve!