Iniziamo dalla fine per questa prima volta:
"Ma che è Pulp Fiction questa?"
Ecco il film è condensato tutto in questa breve frase detta da uno dei protagonisti (Tom) sul finale del film alla vista di un considerevole numero di cadaveri sparsi per il suo appartemento (e relativo sangue in ogni angolo).
Ma veniamo alla recensione vera e propria. Innanzitutto il regista: Guy Ritchie. Si è il marito di Madonna se siete li a pensare "Dove l' ho già sentito?". Già vi vedo che pensate a quanto è paraculato, a quanto essere il marito di Madonna aiuti e non poco, a quanto faccia schifo quella ciofeca di film (dovrebbero vietare di utilizzare la parola "film" per certe cose) che è "Travolti dal destino" con Madonna come protagonista. Già, perchè in Italia c' è la concreta possibilità che quest' ultima "cosa" sia trasmessa molto più spesso di quello che può essere considerato un mezzo capolavoro del genere pulp quale è questo "Lock & Stock", con conseguenze disastrose sulla fama del povero Guy Ritchie.
Ma di cosa parla questa pellicola? Brevemente si può dire che quattro ragazzi decidono di unire i loro risparmi per sfidare a poker un poco di buono (baro peraltro) quale è Harry, ovviamente perderanno tutte le centomila "sterle" investite e si troveranno con un debito di 500000 sterline nei confronti di Harry da restituire entro una settimana. Da qui avrà inizio per i protagonisti la ricerca del modo in cui procurarsi l' ingente somma, modo che verrà infine trovato (dopo alcune proposte assurde come creare una società che venda protesi per finocchi) nella rapina ad un gruppo di rapinatori in possesso di un ingente quantitativo di erba.
Il film, proprio come Pulp Fiction, è costituito da una serie di trame intrecciate (quella dei protagonisti sopra descritta, quella dei rapinatori, quella di Harry, quella degli scagnozzi di Harry) che andranno a scontrarsi tutte nel finale esplosivo.
Il regista è bravo a muovere un cast di 30 personaggi circa, tutti ugualmente importanti, anche se a volte la pellicola risente di certi momenti di stanca dovuti senza dubbio alla difficoltà di intrecciare per bene così tante storie. Senza dubbio uno dei meriti di Ritchie è quello di avere utilizzato certe riprese particolari nei momenti giusti quali la soggettiva strettissima nel momento della perdita a poker, certi rallentamenti ben riusciti e alcuni veri e propri stop della pellicola.
Gli attori sono tutti azzeccati nelle loro parti e incredibilmente sono tutti ben tratteggiati, particolarmente buone sono le prove di Statham (si quello di The Transporter, per chi non lo sapesse attore feticcio di Ritchie), Moran e persino del buon Sting, nei panni di suo padre.
Il film ovviamente non è pregno di significati (trovatemi un pulp che lo sia!) ma è senza dubbio un eccellente opera di intrattenimento, capace di rimanere impressa per certi personaggi irreali alla Tarantino, e certe battute che lo hanno fatto diventare un cult del genere. Tanto per dirvi cosa vi aspetta ci sarà un racconto sulla vendicatività di Harry capace di uccidere un uomo a forza di colpi con un "cazzo di gomma nero" e uno sull' altro boss malavitoso del film, tale Rory (un piccolo nero dai capelli arruffati con una voce stridula, tutto un programma..) capace di dar fuoco ad un altro sputandogli addosso prima dell' alcool per averlo infastidito mentre guardava la partita alla tv. E come dimenticare il dialogo surreale nel pub e i vari riferimenti ad altri film compresi quelli a Scarface e a pulp fiction? Il finale, poi, è tutto da gustare, non vi voglio rovinare la sorpresa.
"Ma che è Pulp Fiction questa?"
Ecco il film è condensato tutto in questa breve frase detta da uno dei protagonisti (Tom) sul finale del film alla vista di un considerevole numero di cadaveri sparsi per il suo appartemento (e relativo sangue in ogni angolo).
Ma veniamo alla recensione vera e propria. Innanzitutto il regista: Guy Ritchie. Si è il marito di Madonna se siete li a pensare "Dove l' ho già sentito?". Già vi vedo che pensate a quanto è paraculato, a quanto essere il marito di Madonna aiuti e non poco, a quanto faccia schifo quella ciofeca di film (dovrebbero vietare di utilizzare la parola "film" per certe cose) che è "Travolti dal destino" con Madonna come protagonista. Già, perchè in Italia c' è la concreta possibilità che quest' ultima "cosa" sia trasmessa molto più spesso di quello che può essere considerato un mezzo capolavoro del genere pulp quale è questo "Lock & Stock", con conseguenze disastrose sulla fama del povero Guy Ritchie.
Ma di cosa parla questa pellicola? Brevemente si può dire che quattro ragazzi decidono di unire i loro risparmi per sfidare a poker un poco di buono (baro peraltro) quale è Harry, ovviamente perderanno tutte le centomila "sterle" investite e si troveranno con un debito di 500000 sterline nei confronti di Harry da restituire entro una settimana. Da qui avrà inizio per i protagonisti la ricerca del modo in cui procurarsi l' ingente somma, modo che verrà infine trovato (dopo alcune proposte assurde come creare una società che venda protesi per finocchi) nella rapina ad un gruppo di rapinatori in possesso di un ingente quantitativo di erba.
Il film, proprio come Pulp Fiction, è costituito da una serie di trame intrecciate (quella dei protagonisti sopra descritta, quella dei rapinatori, quella di Harry, quella degli scagnozzi di Harry) che andranno a scontrarsi tutte nel finale esplosivo.
Il regista è bravo a muovere un cast di 30 personaggi circa, tutti ugualmente importanti, anche se a volte la pellicola risente di certi momenti di stanca dovuti senza dubbio alla difficoltà di intrecciare per bene così tante storie. Senza dubbio uno dei meriti di Ritchie è quello di avere utilizzato certe riprese particolari nei momenti giusti quali la soggettiva strettissima nel momento della perdita a poker, certi rallentamenti ben riusciti e alcuni veri e propri stop della pellicola.
Gli attori sono tutti azzeccati nelle loro parti e incredibilmente sono tutti ben tratteggiati, particolarmente buone sono le prove di Statham (si quello di The Transporter, per chi non lo sapesse attore feticcio di Ritchie), Moran e persino del buon Sting, nei panni di suo padre.
Il film ovviamente non è pregno di significati (trovatemi un pulp che lo sia!) ma è senza dubbio un eccellente opera di intrattenimento, capace di rimanere impressa per certi personaggi irreali alla Tarantino, e certe battute che lo hanno fatto diventare un cult del genere. Tanto per dirvi cosa vi aspetta ci sarà un racconto sulla vendicatività di Harry capace di uccidere un uomo a forza di colpi con un "cazzo di gomma nero" e uno sull' altro boss malavitoso del film, tale Rory (un piccolo nero dai capelli arruffati con una voce stridula, tutto un programma..) capace di dar fuoco ad un altro sputandogli addosso prima dell' alcool per averlo infastidito mentre guardava la partita alla tv. E come dimenticare il dialogo surreale nel pub e i vari riferimenti ad altri film compresi quelli a Scarface e a pulp fiction? Il finale, poi, è tutto da gustare, non vi voglio rovinare la sorpresa.
Insomma " é Pulp Fiction questa?" si è no rispondo io. Certamente si rifa al capolavoro del genere per quanto riguarda personaggi, trama, battute e bontà della colonna sonora (davvero da avere!) ma la pellicola si discosta nel suo essere dichiaratamente inglese (insomma un protagonista dai capelli rossi con la tipica faccia da inglese e la guida a destra aiutano!) e per la produzione più scarna eppur più curata: sembra un paradosso ma è così!
ANNO: 1999
ANNO: 1999
REGIA: Guy Ritchie
GENERE: pulp
VOTO: 8
QUANTO è PULP FICTION: 9
CONSIGLIATO A CHI ama Quentin, le sua storie surreali e i suoi spargimenti di sangue.
VOTO: 8
QUANTO è PULP FICTION: 9
CONSIGLIATO A CHI ama Quentin, le sua storie surreali e i suoi spargimenti di sangue.